ASCOLI PICENO – Indagine complicata, un vero e proprio rompicapo. Almeno questa la sensazione al termine del summit in Procura di questo pomeriggio presieduto dal Procuratore Michele Renzo e al quale hanno partecipato gli altri magistrati che indagano sulla vicenda, i sostituti Carmine Pirozzoli, Ettore Picardi e Umberto Monti. Quest’ultimo in particolare è tornato proprio oggi dalla Campania dove negli ultimi giorni ha ascoltato a più riprese Salvatore Parolisi, il marito di Melania Rea, la donna di 29 anni ritrovata uccisa nel Bosco di Ripe di Civitella il 20 aprile scorso.
La sua posizione dopo l’interrogatorio non è cambiata. L’uomo infatti non è indagato per l’omidicio di sua moglie, ma al momento è stato ascoltato semplicemente come “persona informata sui fatti”.
Dalla due giorni Campana insomma non sembrerebbero essere emersi nuovi elementi in grado di far aprire nuovi scenari per Salvatore Parolisi. Rimane però da capire se ciò sia dovuto alla mancanza di elementi certi nelle mani degli inquirenti o se invece i sospetti nei confronti del caporal maggiore dell’Esercito si stiano alleggerendo. L’uomo non dovrebbe essere riascoltato a breve. La procura di Ascoli si sta muovendo nella massima discrezione e riserbatezza ma è chiaro che si stanno seguendo anche altre piste.
Di sicuro quella di Melania è stata una morte particolarmente violenta. Domani il medico legale Adriano Tagliabracci effettuerà nuovi esami sul cadavere della giovane mamma. I magistrati avrebbero chiesto nuovi riscontri in particolare sulle diverse contusioni riportate alla testa dalla donna, probabilmente precedenti alle oltre trenta coltellate che le sono state inflitte, alcune delle quali anche post-mortem. Uno scenario del genere insomma, senza elementi certi, lascia aperte diverse soluzioni.
Nel pomeriggio di oggi si era anche diffusa la notizia che fosse stato iscritto nel registro degli indagati un uomo di origini macedoni, presente a Colle San Marco il giorno della scomparsa di Melania. Notizia però seccamente smentita dal Tribunale.
Intanto la Procura di Ascoli continua ad essere titolare del fascicolo delle indagini che altrimenti, nel caso si accerti che l’omicidio della donna sia avvenuto nel bosco di Ripe di Civitella, quindi in territorio abruzzese, passerebbero al Tribunale di Teramo.
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