ASCOLI PICENO – Una pittura che recupera schede di computer, pezzi di stampanti e skanner, dando nuova vita ad oggetti tecnologici simboli del futuro, finiti in breve tempo tra i rifiuti. È la metafora del consumo che emerge nell’ultima collezione di Maxs Felinfer, intitolata appunto “Passatofuturo”. L’artista, argentino di nascita ed italiano di adozione, esporrà le sue opere presso il Palazzo dei Capitani di Ascoli Piceno, in Piazza del Popolo, dal 4 giugno fino a domenica 19. La mostra è organizzata dall’associazione Artemista (artisti indipendenti).

Durante l’inaugurazione, che si terrà sabato 4 giugno a partire dalle 18, la scrittrice Patricia Monica Vena leggerà alcune poesie ispirate dai lavori di Felinfer, mentre la sociologa Roberta Lucianetti proporrà una visione letteraria del mondo onirico delle opere. In alcune sale della mostra saranno esposti anche i lavori dei pittori Giulio Paci, Annalisa Piergallini e Patricia Monica Vena.

“Quest’idea pretende di prolungare la vita di un pezzo di futuro già scartato e di esibirlo, affinché l’osservatore possa comprendere l’assoluta superficialità con cui tale gesto è stato compiuto – scrive l’artista -. La pretesa non è quella di sacralizzare o mistificare una scheda di computer probabilmente funzionante, o un rubinetto al quale basterebbe cambiare la guarnizione, ma di allertarci riguardo a un andamento del nostro tempo, che tende a mettere l’uomo nello stesso scomparto del pezzo di computer scartato”.

Maxs Felinfer inizia la sua carriera artistica nel 1968, partecipando a un gran numero di mostre in Argentina, Uruguay, Brasile, Stati Uniti e diversi Paesi dell’Europa. Sin dal 1969, anno in cui dà vita al movimento Seblie, realizza spettacoli e manifestazioni utilizzando varie discipline artistiche. Dal 2001 fa parte del gruppo europeo d’arte contemporanea Frequenzen con cui partecipa a simposi e mostre internazionali.

Per info: 329.3048917; 329.1557300.


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