ASCOLI PICENO – L’Ascoli Calcio si costituisce parte civile nell’inchiesta per il calcioscommesse partita dalla Procura di Cremona, e che vede coinvolti tre suoi tesserati: Vittorio Micolucci, Vincenzo Sommese e Alex Pederzoli.

La società di Corso Vittorio Emanuele comunica infatti che “attraverso il proprio legale, l’avvocato Mauro Gionni, si è formalmente costituita come persona offesa nel procedimento penale pendente presso la Procura del Tribunale di Cremona, riservandosi la possibilità di costituirsi parte civile laddove si accertassero danni patrimoniali e sportivi ad essa cagionati dalle condotte degli indagati che sono oggetto di accertamento da parte dell’autorità giudiziaria”.

Che le società sportive fossero del tutto estranee a quanto avvenisse invece tra i giocatori sembrerebbe appurato  dalle indagini fin qui svolte dalla Procura e dalla Polizia. Ma nel caso della giustizia sportiva esistono delle leggi secondo le quali, in casi come questi, una società potrebbe comunque risultare responsabile del comportamento dei suoi tesserati (responsabilità oggettiva).

Un concetto di giustizia che in questo caso non trova collegamenti tra i codici ordinari e quelli sportivi, del tutto indipendenti e separati, ma che dovrebbero entrambi trarre principio e ispirazione dal fatto che la prima regola da seguire è quella di tutelare in ogni modo chi è innocente.

L’Ascoli si è così affidata all’avvocato Gionni per essere tutelata in sede di giustizia ordinaria. Ma per quanto concerne la giustizia sportiva ad occuparsi della società bianconera è l‘avvocato Enzo Proietti di Roma, il quale predica ottimismo.

Secondo Proietti, contattato da Picenotime.it, “da un punto di vista giuridico l’Ascoli non rischia nulla, visto che siamo di fronte a reati strettamente personali di rilevanza penale. La famosa responsabilità oggettiva scatta solo dinanzi a violazioni del codice di giustizia sportiva, e non è assolutamente questo il caso. Non credo che la Procura Federale possa avviare alcun tipo di provvedimento nei confronti della società, che è esclusivamente parte lesa e che si costituirà di certo parte civile”.

La situazione però non sembra delle più semplici, anche perchè l’indagine rischia di allargarsi e coinvolgere altre squadre e altre realtà.

Il presidente Benigni avrebbe lo scorso anno denunciato alla Procura federale “strani comportamenti” da parte di alcuni suoi giocatori, chiedendo anche di fare delle indagini. Questa cosa da un lato potrebbe rappresentare un punto a favore dell’Ascoli, dall’altro potrebbe invece rivelarsi un boomerang, perchè se venisse accertato che qualcuno della società fosse a conoscenza di situazioni ben precise, questi avrebbe dovuto denunciarle.

Situazioni insomma molto delicate, legate anche a dettagli che però potrebbero alla fine risultare determinanti. Certo sarebbe strano se una società venisse punita perché, al suo interno, alcune persone hanno tentato di defraudare la società stessa.


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