ASCOLI PICENO – Si terrà nel pomeriggio di domani, venerdì 24 giugno, presso gli uffici del Tribunale di Ascoli, l’interrogatorio di Salvatore Parolisi, il primo da indagato. L’uomo infatti è accusato dell’omicidio della moglie, Melania Rea, il cui cadavere è stato ritrovato il 20 aprile scorso al bosco delle Casermette di Ripe di Civitella. Salvatore Parolisi era stato più volte ascoltato finora come semplice persona informata sui fatti. In particolare lo scorso mese fu sentito a più riprese per due giorni presso la caserma dei Carabinieri di Castello di Cisterna, in Campania, vicino al suo paese di residenza, Fratta Maggiore.
Ma proprio su questo punto interviene censurando il comportamento della Procura di Ascoli l’Unione delle Camere Penali: “Allora ci astenemmo dall’intervenire. – scrivono in una nota- Pareva che si trattasse solo di una fantasiosa ricostruzione dei media, risultando abnorme che un cittadino di questo Paese potesse essere costretto, sull’onda emotiva suscitata da un terribile fatto di cronaca, a subire un estenuante interrogatorio circa i fatti, privo di difensore e di ogni altra tutela a lui riservata.
Finalmente, dopo mesi di indagini ed interrogatori, al marito di Melania è stata notificata una informazione di garanzia nella quale gli si spiega che è formalmente indagato per la morte della moglie, che può nominare un difensore e può persino non rispondere alle domande che eventualmente gli verranno rivolte. E dunque quel che allora sembrava una fantasiosa ricostruzione dei media appare oggi una realtà di fronte alla quale non si può tacere”.
“Appare evidente a tutti -spiegano ancora- che si è consumata una palese violazione delle più elementari norme del codice e si è verificato, nell’indifferenza di tutti, un clamoroso attentato alle più inviolabili garanzie del diritto di difesa, sancite dalla nostra Costituzione e dalla Convenzione Europea dei Diritti dell’Uomo. Il diritto dell’incolpato ad essere informato tempestivamente ed in modo chiaro delle accuse mosse, il diritto di avvalersi di una difesa tecnica, il diritto di non rispondere alle domande che riguardino la propria responsabilità costituiscono un bagaglio acquisito ed irrinunciabile di ogni democrazia liberale, e appaiono in questo caso, come per la verità accade assai spesso nel nostro Paese, palesemente violate”.
A difesa dell’operato della Procura ascolana interviene però, come riportato da Abruzzo Web, Cosimo Ferri, segretario di Magistratura Indipendente, il movimento più moderato all’interno delle toghe, criticando i “toni aggressivi ed ingiusti” usati dai penalisti contro l’operato dei magistrati, e li accusa di “travisare la realtà” .
Per Ferri “le dichiarazioni delle camere penali sono frutto di demagogia priva di riscontri”; “gli inquirenti stanno invece lavorando con grande equilibrio, riservatezza e professionalità nel gestire questo caso complicato e delicato. Occorrerebbe, invece, complimentarsi con i magistrati per la compostezza che stanno tenendo, pur pressati quotidianamente dagli organi di stampa, e per il modo in cui stanno conducendo le indagini nel rispetto delle norme processuali: hanno sentito diverse volte per ricostruire i fatti la persona piu vicina alla vittima e colui che ne aveva denunciato la scomparsa, solo nel momento in cui si sono ravvisati indizi a suo carico, si è proceduto alla sua iscrizione, con tutte le garanzie previste”.
Quindi gli “indizi ravvisati a suo carico” poterbbero essere molto recenti, dato che l’avviso di garanzia è stato recapitato appena tre giorni fa. Il cellulare buttato di nascosto nel campetto di Villa Pigna? Le foto scattate dai ragazzini a Colle San Marco che mostrerebbero come la famiglia Parolisi non fosse presente in quel posto il 18 aprile? Altre testimonianze? Le indagini scientifiche e i riscontri telefonici? Cosa ha spinto i magistrati ascolani a rompere gli indugi e procedere con l’iscrizione del marito di Melania nel registro degli indagati? Di questo se ne potrebbe sapere di più domani dopo l’interrogatorio, quando Parolisi, con ogni probabilità, verrà messo di fronte a qualcosa di concreto.
Intanto oggi, l’uomo ha incontrato i suoi avvocati difensori Nicodemo Gentile e Walter Biscotti per discutere la strategia da adottare domani in sede di interrogatorio. Potrebbe avvalersi della facoltà di non rispondere, come anche è vero che il pericolo di inquinamento delle prove potrebbe far scattare il fermo del caporal maggiore dell’Esercito.
Copyright © 2023 Riviera Oggi, riproduzione riservata.
Commenta l'articolo