ASCOLI PICENO – Del clima che regnava nella caserma Clementi di Ascoli, dove lavorava Salvatore Parolisi, si sta scrivendo e dicendo moltissimo. Un processo mediatico a cui Roberta Clemente ha deciso di ribellarsi su Facebook, intervenendo in risposta ad altri utenti sulla bacheca di Remo Croci, giornalista di NewsMediaset che da tempo segue il caso dell’omicidio di Melania Rea.
Soldatessa del 235esimo Reggimento Piceno, la Clemente sbotta letteralmente, prendendo le difese dei suoi colleghi: “La vita in quella caserma è militare, non mondana come quella di chiunque altro – scrive – ci trattano benissimo, siamo felici, abbiamo degli istruttori che ci vogliono bene e non si sono mai approfittati di noi e ci hanno trattate sempre con i guanti bianchi. Nessuno va a letto con nessuno, nessun istruttore ci ha mai trattate male o stuprate. State parlando di una caserma non del Grande Fratello. Se il caporalmaggiore Parolisi ha sbagliato pagherà per ciò che ha fatto, noi siamo estranee a questo accaduto. Siamo stanche e vogliamo rispetto per noi, per le nostre famiglie e per la nostra divisa”. Lo sfogo, privato delle parti più colorite ed oggettivamente eccessive, prosegue: “Si lavora senza sosta, si suda sotto al sole, si va a letto sfinite ma soddisfatte del nostro lavoro. Se non volete portare rispetto ne a noi soldatesse, che non sappiamo nulla di tutto ciò che succede al di fuori, almeno abbiate la decenza di non sparare cavolate, ma di tacere, visto che già ci pensano i giornalisti ad umiliarci con la loro ignoranza sulle nostre vite lì dentro”.
Un pensiero va poi anche alla vera vittima di tutta questa storia, Melania: “Tante di noi – rivela la ragazza – sono state male per questa donna, abbiamo pianto per lei e la sua bambina. Ci sentiamo urlare putt…, assassine. Pensate che a noi faccia piacere? Pensate che abbiamo la voglia ed il tempo di divertirci? Adesso basta”.
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perché arruolarsi per l’esercito vuol dire lavorare??qual’è la reale utilità alla società civile??
iniziamo da qui….chiudiamo almeno il 90% delle caserme dell’esercito….ritiriamo i soldati in giro per il mondo ed investiamo stì denari risparmiati per migliorare la sanità pubblica e le scuole pubbliche!!
Non mi trovo daccordo!
Sarebbe come dire che utilità sociale hanno le forze dell’ordine!
Concordo sul ridimensionamento e riorganizzazione logistica delle caserme, per razionalizzare le spese.
Per quanto riguarda le missioni all’estero, potrebbero essere sicuramente ridotte, ma facendo parte di una compagine internazionale, ci sono dei doveri a cui sottostare.
Giusto l’intervento di Domenco, L’Esercito Italiano è parte integrante della società civile. Comunque, in questo contesto, il discorso non deve assolutamente essere associato all’omicidio di una povera mamma, che potrebbe essere avvenuto per un motivo non legato alla vita di caserma. Certamente, come avviene di solito, certa stampa “spazzatura” sta facendo illazioni, sul Battaglione Piceno, a volte al di sopra della più fervida fantasia calpestando la dignità delle soldatesse, anche di quelle che conducono una vita militare irreprensibile, facendone così “di un erba tutto un fascio”. Tanto questi giornalisti sono consapevoli di non incorrere in alcun problema anche se certe illazioni gravi, un giorno, si rivelassero prive di fondamento. Beati loro!