ASCOLI PICENO – Un telefono cellulare agganciato nella zona di Civitella il giorno dopo l’uccisione di Melania. Potrebbe essere anche questo, almeno stando ad alcune discrezioni, il motivo che ha spinto la procura di Teramo ad ascoltare questa mattina due sottoufficiali dell’Esercito.

Uno di loro sarebbe appunto il proprietario del telefonino; l’altro, colui al quale Salvatore Parolisi avrebbe chiesto esplicitamente di non rivelare la propria relazione extracoinugale con la soldatessa Ludovica. Relazione indicata dalla procura ascolana, allora titolare dell’inchiesta, come il movente dell’omicidio.

I Pm teramani vogliono vederci chiaro su quello che accadeva in caserma, sui rapporti di Parolisi e, soprattutto, sulla eventuale  presenza di complici nel vilipendio compiuto sul cadavere della donna di somma vesuviana col tentativo di depistare le indagini.

I militari della Caserma Clementi, la stessa dove prestava servizio Parolisi, sono stati ascoltati per tre ore come persone informate sui fatti e non sono stati assistiti da alcun avvocato.

Già in settimana, invece, potrebbe esserci l’atteso interrogatorio della soldatessa Ludovica.


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