ASCOLI PICENO – Le sanzioni per l’abuso dello spazio pubblico da parte di esercenti privati verranno inasprite di molto da parte dell’Amministrazione comunale. Questo almeno è  quanto annunciato da parte del sindaco di Ascoli Guido Castelli che, tramite la propria pagina di Facebook, polemizza con chi ha “allargato” lo spazio a disposizione per sistemare i propri tavolini.

“L’Amministrazione deve ovviamente lavorare affinché il nuovo modello di sviluppo basato su turismo e cultura venga promosso garantendo l’armonia sociale e il rispetto delle regole. -scrive il sindaco – Ma per raggiungere questo obiettivo è necessaria anche una grande collaborazione da parte dei commercianti – mi riferisco in particolare a quelli autorizzati all’utilizzo del suolo pubblico – che devono coniugare le proprie legittime aspirazioni di guadagno con l’esigenza di salvaguardare il decoro della città.
Ultimamente, tuttavia, registriamo una certa tendenza ad abusare degli spazi assegnati e delimitati secondo quanto prescritto dal vigente regolamento per l’occupazione del suolo pubblico”.

Il primo cittadino riferisce anche di uno specifico episodio avvenuto pochi giorni fa. “Sabato scorso in particolare – spiega Castelli – si è verificata una vicenda incresciosa che ha creato imbarazzi e dissapori tra la popolazione per una vera e propria “invasione” di Piazza del Popolo operata da parte di un noto ristoratore locale. I vigili urbani sono intervenuti ma purtroppo il vigente regolamento prevede sanzioni di modesta entità che non costituiscono un valido deterrente per reprimere i comportamenti abusivi. Questi sono comportamenti inaccettabili che l’Amministrazione vuole e deve punire severamente. Proprio per questo motivo, proporrò una modifica regolamentare che preveda l’inasprimento delle sanzioni a carico dei furbi e l’obbligo contestuale di rimozione dei tavolini collocati fuori dagli spazi”.

Una presa di posizione che ha trovato l’approvazione di molti utenti-cittadini. Alcuni di essi hanno perfino proposto, sempre tramite facebook, una sorta di class action con l’obiettivo di “boicottare” in qualche modo tali esercenti, evitando di consumare bevande o pasti.


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