ASCOLI PICENO – Pubblichiamo questa testimonianza di Giampiero Giorgi, segretario del Partito Democratico del circolo di Monticelli, auspicando di allargare il dibattito inziato dallo stesso Giorgi e di pubblicare successivamente documentazioni interessanti, come, ad esempio, il sondaggio sui residenti a cui fa riferimento la nota.
Dal 1975 anno di primo insediamento urbanistico con la consegna di due edifici, quelli di largo 211mo ora largo delle Mimose sono passati trentasei anni e Monticelli sta conoscendo la terza generazione di abitanti. Un quartiere di duemila metri lineari che è nato lungo la vecchia statale Salaria. Pianificato in un modo e realizzato in un altro modo. Quello che abbiamo adesso, cari concittadini di Monticelli, non era il quartiere pensato prima del terremoto del 1972. Ma si sa in Italia le leggi si possono a volte applicare e talvolta interpretare. Miracoli italiani.
Quello che ci ritroviamo adesso è un quartiere di circa quindicimila abitanti, gran parte distribuiti in palazzoni di sei o quindici piani; serbatoio di voti elettorali in cui tutti i candidati bene o male saccheggiano, che non ha mai espresso un sindaco, ma solo qualche anonimo assessore che magari ha operato bene per altri ma non per Monticelli. I nostri concittadini ci considerano quartiere dormitorio, quindi una forma di disprezzo e di disconoscimento come quartiere. Quello che vale per tutti gli altri quartieri non vale per Monticelli. Nessuno direbbe mai che Porta Cappuccina è un quartiere dormitorio eppure i cittadini lavorano durante il giorno, i fortunati, e la sera tornano a casa, come a Monticelli. Continuare a chiamarlo quartiere dormitorio significa mortificare chi ci abita, non dargli quella identità e appartenenza che caratterizza il quartiere.
E in effetti le amministrazioni comunali in questi trentasei anni pur collocando a Monticelli quasi un terzo di abitanti della città non si sono minimamente preoccupati di garantire la vivibilità del quartiere. Manchiamo ad esempio di punti di aggregazione per i cittadini e luoghi identificativi del quartiere dove chiunque può socializzare con l’altro. Ad esempio tutto il verde davanti l’ospedale sfruttarlo in alto modo anziché ridurlo ad un’altra colata di cemento. Un altro centro servizi per i soliti noti. Un’occasione per risolvere la viabilità in quel tratto, l’ingresso e il parcheggio per l’ospedale, un grande polmone verde, servizi al cittadino come una piazza, un cinema – teatro – sala conferenze, un punto di aggregazione per gli adolescenti. Invece cari cittadini vedremo un grande insediamento di privati la cui mission non è certamente quella descritta.
Il magnificato contratto di quartiere che il sindaco ha presentato come risolutore di tutti i problemi di Monticelli, non dice nulla sugli investimenti privati che il Comune ha concesso ai costruttori e che sono il triplo di quello pubblico. Il contratto di quartiere non dice nulla sul ponte a Tolignano come non dice quasi nulla sul nuovo insediamento abitativo in zona bocciodromo, distributore. Il contratto di quartiere non mette un pezzo di verde in zona 15, la nuova urbanizzazione sulla parte iniziale di Monticelli, come non modifica nulla sull’incrocio a Tolignano che è rimasto esattamente come trentasei anni fa, ossia quando il traffico era forse un decimo dell’attuale.
Il contratto di quartiere non risolverà lo smog da traffico; il caldo torrido dei mesi estivi, gli allagamenti costanti dell’asse centrale, quando piove, la pericolosità della rotatoria davanti Banca Marche, ex Mc Donald’s, gli attraversamenti pedonali, i collegamenti trasversali e la pedonalizzazione del quartiere. Questo è probabilmente l’unico quartiere in cui l’auto propria è l’unico mezzo idoneo per spostarsi da un punto ad un altro.
Dai risultati di un sondaggio effettuato ai cittadini di Monticelli e curato dal nostro circolo, abbiamo rilevato che la stragrande maggioranza degli intervistati non gradisce altri agglomerati urbani, chiede più verde (giardini attrezzati), più punti di aggregazione (piazze da vivere, circoli, punti di incontro) e meno traffico.
Sulla domanda specifica del traffico sull’asse centrale e sulle soluzioni per eliminarlo, i cittadini hanno risposto in maniera categorica, lungo fiume (progetto non più realizzabile) o in alternativa ponte sul Tronto a Tolignano.
A Monticelli si muore di traffico, di smog e di rumore. Se il sindaco vuole davvero riqualificare il quartiere deve togliere il traffico sia sull’asse centrale che su viale dei platani. Non si capisce perché in tutti gli altri quartieri si ragiona giustamente per diminuire il traffico e a Monticelli si lavori alacremente per aumentarlo.
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Il consigliere comunale dà una visione assolutamente parziale della questione.
Ci parla dei nuovi insediamenti davanti all’ospedale, dice che il quartiere avrebbe bisogno di spazi aggregativi e piazze… ma non dice che nel contratto di quartiere ci sono ben 2 nuove piazze, una a nord e una a sud. Una addirittura sarà una piazza anfiteatro con tutti gradoni.
Dice che manca il verde ma non è assolutamente vero. Questo lo può dire chi conosce Monticelli solo perchè passa in auto sull’asse centrale o chi vuole fare polemiche politiche. Eppure basterebbe andare su google earth per vedere che nel retro dei palazzi che si affacciano sull’asse centrale è pieno di giardini.
Giorgi non dice che nel contratto di quartiere c’è l’abbattimento di tutte le barriere architettoniche.
Non dice che l’ingresso del parcheggio dell’ospedale sarà ampliato e reso più sicuro.
Non dice che sorgerà un centro Alzheimer.
Non dice che sono previsti appartamenti a canone agevolato (per fermare l’esodo delle giovani coppie) e costruiti con tutte le tecniche di risparmio energetico, produzione di energia solare, riutilizzo delle acque, ecc.
Non dice che è prevista una pista ciclabile lungo fiume.
E POTREI SCRIVERE ALTRE COSE. SONO TANTE LE COSE CHE NON SONO STATE DETTE.
Inoltre, riguardo la questione “quartiere dormitorio”, trattasi semplicemente di un retaggio del passato. Prima Monticelli era in effetti un quartiere dormitorio. Ma negli ultimi anni il quartiere ha TUTTI I SERVIZI necessari, nè più nè meno degli altri quartieri. Ci sono supermercati, banche, copisterie, bar, biblioteca, ospedale, farmacia, pizzerie, negozi vari, scuole di musica, palestre, cineforum, parrocchie. ALTRO CHE QUARTIERE DORMITORIO……
Smettiamola di gettare fango sulla città, o parte di essa, solo per questioni politiche.
Concordo con quanto detto da “PIceno”. Il quartiere è nato e si è sviluppato così velocemente che inizialmente era impossibilie dotarlo di tutti quei servizi pricipali per renderlo autosufficente. Oggi mi sembra che nulli manchi, anzi un quartiere con all’interno l’Ospedale Provinciale non mi sembra poco. L’unica pecca è sicuramente la mancanza di una strada periferica al quartiere, alternativa all’asse centrale che abbia il compito di calamitare il traffico di passaggio.