ASCOLI PICENO – Pareggiare contro una corazzata fino al 47′ e perdere per il gol di un ex non fa certo bene al morale. Eppure l’Ascoli visto oggi, seppur non abbia brillato, non meritava certo di uscire a mani vuote dal campo. Anzi, una eventuale vittoria non avrebbe fatto gridare allo scandalo. Peccato, dunque, non aver concretizzato le poche occasioni da gol, frutto di imprecisione e poca reattività di alcuni giocatori. Resta ancora il tabù ‘Del Duca’, mentre il cambio di modulo pare, da una parte, aver dato solidità e sicurezza ai reparti, dall’altra, meno imprevedibilità nelle azioni offensive, dove, ancora una volta, ad accendere la luce ci pensa sempre il solito Papa Waigo, anche se contro la Samp, tra i migliori c’è anche Alessandro Sbaffo, al rientro dal 1′ e decisivo anche nell’occasione del vantaggio.

I MIGLIORI

Papa Waigo: Come detto sopra, la squadra si affida alle sue cavalcate e ai suoi cross per sfondare la difesa, qualunque essa sia. Peccato che non abbia tra i piedi la possibilità di concludere di persona. Il nuovo schema gli dà più compiti difensivi, ma anche più possibilità di dialogare con gli altri attaccanti.

Vitiello: Tra le migliori performances, insieme a quella di Grosseto. Lotta e morde gli avversari, aggredendo i portatori di palla ospiti come da direttiva tecnica. Alla fine deve uscire per una botta presa nel primo tempo. In crescendo.

Sbaffo: Il suo completo recupero dà un pizzico di sollievo per l’avvenire. Si rende pericoloso e sfonda diverse volte, sfiorando anche l’eurogol con un destro a giro da brividi. Bravo ad incornare anche sugli angoli, è una delle future certezze.

I PEGGIORI

Faisca: Sbaglia poco, ma purtroppo per lui i due gol arrivano dalle sue parti. E, se nel secondo nulla poteva fare, sul primo deve dividersi le colpe con Giovannini. Bisogna comunque ammettere che dalle sue parti, Foggia, a parte il gol, ha combinato ben poco.

Beretta: Castori sostiene che le convocazioni in nazionale fanno solo male ai giocatori. Vedendo la prestazione del giovane scuola Milan come dargli torto? Forse impaurito dalla durezza dei suoi marcatori, non riesce a vincere un contrasto o tenere una sola palla davanti. E’ per questo che finisce largo a destra. Non riesce ad incidere, ma avrà altre occasioni per rifarsi.


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