ASCOLI PICENO – Doveva essere la gara della svolta. Probabilmente, la gara di Bergamo lo è stato, ma se svolta ci sarà non è certo nella direzione sperata. L’Ascoli, un brutto Ascoli, viene sconfitto anche dall’Albinoleffe. Il punteggio di 1-0 racchiude il succo della partita: i bergamaschi fanno poco più dei bianconeri, ma ottengono i tre punti fondamentali per la salvezza. Ora la squadra di Castori, complice anche gli altri risultati, è a -14 dalla quota salvezza. Nelle prossime ore, intanto, si attendono sviluppi su un possibile cambio in panchina.

Il tecnico di Tolentino, che dopo Modena aveva dichiarato una sorta di minirivoluzione, in realtà, poco cambia rispetto a quattro giorni fa: nel 4-5-1 c’è spazio per Pederzoli, con Di Donato e Sbaffo interni. Davanti a loro Papa Waigo e Gazzola con Romeo unica punta. In difesa torna titolare Andelkovic, insieme a Giovannini al posto dello squalificato Peccarisi, con Faisca e Ciofani sugli esterni. L’Ascoli parte bene e desta una buona impressione nei primissimi minuti. E’ la classica delle illusioni perché dopo appena 7′ l’Albinoleffe va in vantaggio: bel triangolo sulla fascia tra Cristiano e Piccinni, con quest’ultimo che crossa teso in area, dove Germinale anticipa Giovannini e insacca Guarna. Di Donato e compagni accusano il colpo, ma stavolta è diverso: rispetto alle ultime gare, il tempo per recuperare c’è. Eppure la replica è dei padroni di casa, con un destro di Laner dal limite che Guarna devia d’istinto. Due minuti dopo il primo squillo ascolano: Gazzola, uno dei pochissimi sopra la sufficienza insieme alla sorpresa Beretta, mette dentro un bel cross, che purtroppo, né Romeo, né Papa Waigo riescono a deviare in porta. A parte una punizione di Sbaffo rasoterra uscita di poco, l’Ascoli è incapace di creare pericoli, affidandosi sempre e solo a frettolosi, quanto innocui, lanci lunghi: male Pederzoli a centrocampo, malissimo Romeo in attacco e deludente Papa Waigo, il primo tempo lascia un Picchio in netta crisi di idee. Un pò, e ci dispiace dirlo, come il suo allenatore, che, alla mezz’ora inserisce Beretta al posto di Ciofani, arretrando Gazzola e passando ad un più offensivo 4-4-2, con Sbaffo e Papa Waigo esterni. Una mossa incomprensibile, perchè se stava a significare il cambio di mentalità bianconera, allora perché non schierarlo dall’inizio? Non si era andati a Bergamo per vincere?

Nella ripresa i bianconeri sono più vivi, anche se i limiti di organizzazione, difensiva ed offensiva, permangono. Così, dopo appena 90 secondi Romeo, ben servito da Beretta in contropiede, spara alto di destro da dentro l’area. Dopo due minuti Pacilli va via in triangolazione a Faisca e, davanti a Guarna, mette a lato. Lo stesso portiere calabrese salva il risultato alzando un colpo di testa in mischia. Castori manda dentro Falconieri per Sbaffo. Tuttavia, la squadra non gioca quasi mai sul neoentrato per sfruttarne la freschezza, nonostante il n.18 non si sia comportato male nei pochi palloni toccati. Nonostante si stia giocando contro la peggior difesa del campionato (media di 2,25 gol subiti a partita alla vigilia), l’attacco bianconero latita, e la prima palla gol è firmata dallo stesso Falconieri con un sinistro al volo a lato di poco. L’ultima occasione è per Beretta, ma il suo colpo di testa non inquadra lo specchio.

Ora, mentre si paventa una contestazione al ritorno della squadra, l’attenzione è al match interno di sabato, quando al ‘Del Duca’ arriverà il Cittadella, senza gli squalificati Gazzola e Soncin. Ancora biglietti a metà prezzo, con la speranza, però, che la volontà in campo sia inversamente proporzionale di quella attuale.


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