Da Riviera Oggi, il settimanale del Piceno, in edicola

Leggo sulla mia posta elettronica: “Divulgare effettivamente cosa ha fatto e cosa farà la politica locale, e non solo, per lo stato di Trenitalia nella nostra Regione”. Infatti: cosa ha fatto?

Parto metaforicamente dalle stazioni di San Benedetto del Tronto e Ascoli che sono state degradate e quindi diventate più un punto di passaggio che di arrivo o di partenza. Eppure i loro territori radunano 250 mila abitanti circa senza l’abruzzese Val Vibrata. Residenti che, quando prendono un treno a Milano o a Lecce, devono passare, durante la notte, 3 o 4 ore nelle stazioni di Ancona e Pescara per aspettare un treno che fermi a San Benedetto. E’ vero prima o poi ci si abitua a tutto… fino a quando non si scoppia.

Il Piceno meriterebbe le stesse fermate di Rimini, eppure non le ha. E lo scandalo del tratto ferroviario Ascoli-Roma che addirittura non esiste, nonostante che la parallela strada Salaria sia tra le più antiche d’Italia? Mi fa venire in mente che i piceni non “dormono” solo oggi ma che “sonnecchiano” da sempre, mentre il resto dell’Italia cammina o corre.

Dietro a tutto questo, lo sviluppo del nostro territorio (già carente per nostre incapacità) risulta penalizzato nel turismo, nell’imprenditoria e nello svago. Insomma, per venire con il treno dalle nostre parti serve studiare con la massima attenzione orari e tragitto perché si rischia di impantanarsi in Ancona o nella città di D’annunzio. Se dal nord si viene nel Piceno in auto, gli ultimi 20 chilometri di autostrada sono da incubo, e non solo perché le tre corsie finiscono… alle porte della nostra provincia.

Da Ascoli Piceno per Roma e ritorno non esiste ferrovia; se si vuole invece volare o si va in auto fino al Raffello Sanzio di Falconara e si paga per il parcheggio (tre giorni per esempio) il doppio di quello che costa il volo, o si va in treno in Ancona per prendere da lì un pullman con il rischio di non arrivare in tempo.

Servire l’aeroporto con un treno diretto faciliterebbe il sud delle Marche e, magari, farebbe capire al popolo piceno che un aeroporto a Centobuchi non serve, cosa che, invece, attualmente, per le carenze appena descritte, sembra necessario.
Siamo messi proprio male e nessuno ci difende con autorità. I nostri attuali rappresentanti politici in Regione sono palesemente insufficienti. Se non inutili.


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