ASCOLI PICENO – Scherza con tutti Massimo Lopez a Palazzo dei Capitani in occasione della presentazione del suo ultimo spettacolo musicale Varie – età, di cui è regista insieme al fratello Alessandro, in scena il 12 e 13 novembre al teatro Ventidio Basso. Ascolano di nascita, l’attore, comico, doppiatore e cantante, ancora oggi ricordato per la celebre parodia degli anni ‘80 del romanzo manzoniano I Promessi Sposi, con Anna Marchesini e Tullio Solenghi, ha lavorato in teatro, radio e televisione in numerosi programmi tra cui Buona Domenica, Domenica In, Fantastico, Scherzi a parte, I Guastafeste.

Musica, spettacolo, Massimo Lopez: chi è il vero protagonista di Varie – età?

Senza mania di protagonismo è Massimo Lopez perché ripercorre nei suoi spettacoli un qualcosa che appartiene sempre alla sua vita. Ho un gusto particolare per il jazz, per lo swing, per quegli anni musicali presenti sia nel mio spettacolo precedente Ciao Frankie sia in questo che è una sorta di viaggio nelle varie età della musica in cui privilegio un po’ quegli anni ‘30 per arrivare poi agli anni ’50, ’60, ‘80 con suggestioni non solo americane ma anche italiane, con scelte musicali particolari fatte da me proprio per amore di quel genere. Ci sono anche citazioni di personaggi italiani come Lelio Luttazzi, Nicola Arigliano, che sono stati dei jazzisti straordinari in Italia ed hanno dato molto anche in tutto il mondo, tutto ciò unito alla presenza di un Massimo Lopez sempre giocoso, ironico e divertito col pubblico.

Come nasce il sodalizio con la Big Band Jazz Company presente sia in questo spettacolo sia in Ciao Frankie?

Nasce proprio con Ciao Frankie: mi è stato presentato il maestro Gabriele Comeglio dal figlio di Mina, musicista e arrangiatore, mentre registravo un disco con lei; questo incontro è sfociato poi in Ciao Frankie che è durato ben 5 anni nel corso dei quali abbiamo rinforzato questo rapporto ormai consolidato per cui ho pensato di utilizzare anche in Varie – età la stessa Big Band.

Ciao Frankie ha avuto in Italia lo stesso grande successo riscosso negli Stati Uniti?

Si, è piaciuto non solo a chi ama Frank Sinatra ma anche a molti giovani che non lo conoscevano e mi hanno confessato di averlo apprezzato grazie al mio show. È stato ben accolto sia dal pubblico italiano sia da quello americano, più abituato a questo genere musicale, anche perché era uno spettacolo a 360 gradi con musica, imitazioni, battute e comicità.

A proposito di comicità, ne esistono diversi tipi, dalla satira a quella più spinta. Li approva tutti?

Approvo tutte le forme di comicità, non sono un censore. Personalmente preferisco la comicità più surreale, quella di situazione piuttosto che quella necessariamente di battuta; poi, se è felice, ben venga anche quella insomma; preferisco, senza voler essere snob, quella considerata più fredda , più “anglosassone” rispetto a quella “macchiettistica”.

Questo lato comico è presente solo nella sua vita professionale o anche in quella privata?

Anche in quella privata per fortuna! È quella lente di ingrandimento che adoperi guardando le diverse situazioni: più sono assurde più le rendi surreali e le trasformi con questa lente che ti consente di giocare, di vederle con occhio diverso, ne scopri l’aspetto buffo e divertente che ti fa ridere.

Fra le altre cose lei ha doppiato diversi personaggi fra cui Colin Firth nel film Single Man. Quanto è importante il doppiaggio nel percorso di un attore?

Non tutti lo amano ma per me è un passaggio fondamentale in questa carriera, è una buona palestra che ti richiede di entrare con sensibilità nel personaggio rispettando l’impostazione di recitazione dell’attore originale nel senso che devi stare attento a non stravolgerla. In Italia siamo abituati al doppiaggio ed i nostri doppiatori sono riconosciuti come molto bravi, ma personalmente amo vedere i film non solo col doppiaggio ma anche in lingua originale.


Copyright © 2024 Riviera Oggi, riproduzione riservata.