ASCOLI PICENO – La Sanità divide Ascoli e San Benedetto, e i sindaci Guido Castelli e Giovanni Gaspari: anche se è cronaca di pochi giorni fa l’idillio tra i due primi cittadini, le manovre di Gaspari, negli ultimi giorni, non sono piaciute a Castelli: “Qualcuno sta giocando con il fuoco e non è cosa saggia soprattutto quando si tratta di sanità pubblica. Spero che gli altri sindaci dell’area rivierasca inducano Gaspari a non fare crociate di retroguardia”.
IL PROLOGO Martedì 8 novembre Castelli si era recato a San Benedetto, per incontrare Gaspari per “concordare una linea di condotta comune utile ad affrontare il processo di integrazione in Area Vasta dei territori delle ex zone 12 e 13 in vista della costituzione dell’Azienda Ospedali Riuniti Marche Sud (su due plessi)”. L’incontro, scrive Castelli, nasceva “proprio dall’esigenza di riaffermare la logica della “città-territorio” dopo qualche “caduta di stile” che in precedenza sul versante rivierasco aveva portato qualcuno a definire gli ascolani come colonizzatori e abbiamo chiarito l’equivoco” (speriamo che come al solito la colpa non sia ricaduta sui giornalisti, ndr). “In quell’occasione il sottoscritto e Gaspari abbiamo convenuto che il processo di integrazione richiede senso di responsabilità e soprattutto capacità di andare oltre i campanilismi”.
LE DECISIONI Continua il sindaco ascolano: “Ho subito convocato l’assemblea dei sindaci della ex zona 13 per condividere questa impostazione e procedere ad una riunione di Area Vasta da celebrare il prossimo 19 novembre. Nel corso di questa assemblea ho particolarmente apprezzato il senso di responsabilità dei sindaci della zona montana e della Vallata i quali, pur afflitti da tante criticità, si sono fatti carico di sostenere le ragioni dell’Area Vasta in una logica ben più ampia dei rispettivi territori di competenza”.
LO STUPORE “Date queste premesse si comprenderà il mio stupore nell’apprendere che martedì prossimo i colleghi sindaci della ex zona 12 guidati da Gaspari si incontreranno con il Presidente della Giunta Regionale Spacca ad Ancona per discutere una serie di richieste riguardanti proprio “questioni di area vasta” come primariati e servizi da implementare nell’Ospedale di San Benedetto – continua Castelli – A questo punto mi viene da chiedere: a che gioco sta giocando Gaspari ? Un martedi mi invita a San Benedetto e si impegna a condividere in una logica unitaria i processi di integrazione e il martedi successivo, senza dire niente, si reca da Spacca con la lista della spesa dell’Ospedale di San Benedetto?”
LA POLEMICA “Qualcuno sta giocando con il fuoco e non è cosa saggia soprattutto quando si tratta di sanità pubblica. Se Gaspari è contrario all’area vasta e all’Azienda Ospedaliera lo dica chiaramente e non faccia come Penelope che la notte disfaceva quello che tesseva la mattina. Spero in particolare che gli altri sindaci dell’area rivierasca inducano Gaspari a non fare queste crociate di retroguardia. Da ultimo, mi appello al senso di responsabilità di Spacca dal quale mi aspetto, se l’integrazione in Area Vasta è una cosa seria e non una semplice operazione di facciata, che rigetti questa metodologia che non porta da nessuna parte. A questo riguardo ho scritto una lettera al Presidente della Regione che ho trasmesso per conoscenza anche a Mezzolani e a Canzian. L’assessore al Piceno ieri, nel corso della conferenza dei sindaci, ha parlato di senso di responsabilità. Bene! Ognuno si assuma la propria e quella dell’assessore al Piceno è battersi affinchè le regole del gioco nel Sud delle Marche siano uguali per tutti” termina adirato Castelli.
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Il sindaco Castelli arriva in ritardo, dell’incontro sulla sanità lo stesso rivieraoggi.it ne riporta notizia il 31 Ottobre. Il sindaco evidentemente non è attento a quello che accade intorno a lui, forse perché troppo impegnato con giornalini ed inaugurazioni. Non penso che i sindaci della zona 12 andranno con la lista della spesa, ritengo che andranno all’incontro per far sentire la loro voce, ribadendo la difficoltà ad offrire servizi adeguati con una mancanza strutturale come quella di numerosi primari nel nosocomio rivierasco, ma non perché vogliono essere campanilisti ma in virtù del fatto che la costituzione dell’area vasta e di tutto il resto non sarà cosa dall’oggi al domani visti i tempi della politica, facendo nascere il pericolo di avere l’ospedale per molto tempo ancora nell’impossibilità di svolgere al meglio il suo dovere. Anche questo vuol dire responsabilità. Queste critiche del sindaco Castelli sono abbastanza sterili e strumentali, e di certo non giovano al sindaco del capoluogo piceno che invece di giocare a giocare a fare il finto difensore dell’ascolanità dovrebbe pensare a fare qualcosa di concreto oltre ai comunicati. Gli consiglierei inoltre di andare a san marco e rendersi conto di come è fatta la provincia (anche se dopo la sconfitta alle provinciali dovrebbe ancora ricordarsela) e capire anche i problemi delle altre città ed il perché di certe azioni fatte dai sindaci rivieraschi.
Sono opinioni personali ma …a pensar male si fa peccato ma spesso ci si azzecca.
Anche ad Ascoli ci sono problematiche serie, è importante quindi far sentire la voce anche dalla nostra zona, ma non urlando contro san benedetto visto che ciò non giova al piceno. Si devono fare proposte chiarendo bene quali sono le difficoltà. I problemi di Ascoli, purtroppo sono stati evidenziati solo dopo che dalla riviera si è alzata la voce forte. Forse, se il sindaco del capoluogo avesse messo in risalto i problemi dell’ospedale con un po di anticipo, le cose sarebbero diverse.
Sperando che tra poco si inizierà a parlare di piceno e non solo di Ascoli e San benedetto.
Lo spero anch’io ma perché io e lei non viviamo di politica.