Centrale gas. Mi fa un po’ ridere (o meglio piangere) l’attuale situazione che la città di San Benedetto sta vivendo in vista della prossima realizzazione di una Centrale del gas in zona Agraria, a ridosso della superstrada Ascoli mare e dell’Autostrada A 14. I cittadini rivieraschi, ma solo sambenedettesi, sono in subbuglio seppur divisi sulla necessità e sulla sicurezza di un’opera che un po’ di paura la fa a tutti.
All’interno dell’ultimo numero del settimanale Riviera Oggi e sul nostro giornale on line stiamo esaminando da giorni quello che sta accadendo, monitorando anche i “pro” e i “contro” con nostre ricerche e domande. La redazione si sta impegnando molto per soddisfare dubbi ed esigenze, per cui non serve che ne parli anch’io.
Il mio esame voglio farlo su un altro aspetto e cioè sulla mia impressione che, anche per una questione così seria, ci sia una specie di campanilismo. Come se sul territorio interessato abitino solo cittadini sambenedettesi e non (magari in affitto o perché proprietari come abitazione estiva) ascolani o persone di altre località come per esempio i turisti. Nel secondo caso il pericolo riguarda persone di altre province e regioni che magari decideranno di cambiare luogo di vacanza, per cui affiancarsi ai favorevoli o ai contrari non ha senso. Possono… decidere con calma.
In entrambi i casi però a rimetterci sarebbero tutti gli abitanti della provincia picena. Primo perché il pericolo riguarderebbe pure loro, secondo perché, se il turismo ne risente, tutto il Piceno ci rimetterebbe e quel progetto in itinere di un brand turistico provinciale (alla faccia dei tanti e deleteri campanilismi)  andrebbe a cadere in modo naturale. L’Abruzzo meno vicino e le Marche più lontane si sbellicherebbero dalle risate e il bell’anello al naso, che già abbiamo, non ce lo toglierebbe più nessuno.
Rimango infatti allibito dalla noncuranza per il problema da parte di tutti gli altri sindaci del territorio piceno e di quelli del vicino Abruzzo; e ancor di più per l’assoluto silenzio della Provincia e di Celani e Castelli in particolare, in qualità rispettivamente di presidente e di sindaco del capoluogo ascolano.
Faccio un ipotesi che sembra assurda ma non lo è: se il territorio ove dovrebbe nascere la Centrale del gas fosse stato la Sentina, probabilmente Ascoli (proprietaria del territorio) si sarebbe fatta sentire, rivendicando i loro diritti sullo specifico terreno, per mere questioni economiche magari.
Quale sarebbe la differenza rispetto ad adesso visto che il problema sul quale sono tutti d’accordo è la sicurezza ed indirettamente la decadenza turistica anche in considerazione che le altre località, ove tali centrali esistono, non sono considerate luoghi turistici di primo piano?
Mi fermo qui ma dopo aver messo l’anello al naso anche ai nostri cugini ascolani e a tutti gli altri abitanti del Piceno.


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