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ASCOLI PICENO – Relativamente ai tagli per il trasporto pubblico ferroviario e su gomma, pubblichiamo di seguito un interessante “post” scritto sul sito degli “Amici della Bicicletta” di Ascoli Piceno (http://www.adbascoli.it/), molto utile sia per i cittadini che vogliono usufruire di questo servizio sia per i rappresentanti politici che vorranno giustamente incentivarlo.
Sabato 12 novembre abbiamo approfittato del trasporto gratuito delle biciclette sui treni regionali delle Marche per visitare la Fiera di San Martino a Grottammare. La gita fuori porta è stata l’occasione per collaudare questo servizio a disposizione dei ciclisti in particolare nella tratta Ascoli Piceno–San Benedetto del Tronto.
Diciamo subito come punto a sfavore di Trenitalia che la domenica e i giorni festivi non esistono corse: sarebbe invece auspicabile che almeno durante il periodo estivo ne siano previste, se non tutte, alcune…
Il sabato la biglietteria della stazione di Ascoli è chiusa, quindi bisogna sperare che la macchinetta funzioni: a noi è capitato che accettasse solo le monete. Dobbiamo comunque dire che nelle due corse di andata e ritorno nessuno ha controllato il biglietto; badate bene, che questo non è un incitamento a non pagare il biglietto; anzi, ci chiediamo a cosa giovi questa mancanza di controlli se non a persuadere alcuni a non pagare e quindi a rendere la linea ancor più sconveniente per Trenitalia…
Non ci sono scale da fare per salire ad Ascoli: in compenso caricare le bici sulla littorina non è da tutti: gradini ripidi ed altissimi rendono difficoltosa l’operazione. Non osiamo immaginare le difficoltà per i disabili in carrozzina.
Anche se il treno è segnalato come adibito per il trasporto bici, non esistono spazi dedicati per parcheggiarle: ci dobbiamo arrangiare sulla piazzola di salita (ne mettiamo 2 di bici) e sul corridoio (ci saranno sì e no 3 viaggiatori oltre a noi). Le bici intralciano le porte per cui chiediamo quale sia il lato da lasciare libero: il gentile capotreno ci avverte che fino a Maltignano l’uscita è a destra, e da Castel di Lama in poi a sinistra.
Le bici sono in bilico, può capitare che cadano nei momenti in cui la carrozza è maggiormente incurvata. Sarebbe semplice riservare uno spazio alle bici, magari prevedendo in una zona ganci e sedili retraibili utilizzabili comunque quando le bici non ci sono. Scendiamo a Porto d’Ascoli e la discesa, anche se meno faticosa, merita doppia attenzione per non rischiare di finire con il muso a terra (a causa dei gradini stretti e ripidi).
Al ritorno partiamo dalla stazione di San Benedetto: binario 3 e questa volta occorre fare tutti i gradini con la bici in spalla. In alcune stazioni esistono delle semplici canaline di lato sulle scale per evitare questo sforzo. La littorina questa volta è composta da una sola carrozza (all’andata erano 2 carrozze per 3 passeggeri oltre a noi…) e ora i viaggiatori sono molti di più. Ci sembra strano ma è così. Con le nostre bici in mezzo all’unica uscita diamo un bel po’ di fastidio, fortunatamente gli addetti al treno sono gentili (almeno questo…) e ci suggeriscono il modo migliore per disporle.
In conclusione possiamo dire che questo servizio, pur essendo gratuito e tutto sommato pratico, non è adeguatamente supportato da infrastrutture interne ed esterno ai mezzi; forse proprio per questo non è pubblicizzato e utilizzato dai viaggiatori. Un vero peccato perchè la bici al seguito amplia di molto l’appetibilità del trasporto su rotaia, poichè riduce le distanze che spesso ci sono tra le stazioni e le destinazioni degli utenti.
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C’è un errore in quello che scrivono gli Amici della Bicicletta. Lo spazio per le bici sulla littorina c’è eccome. Potete notare infatti che in uno dei due lati del treno c’è un locale, una sorta di anticamera che divide la zona viaggiatori alla cabina di guida. Esternamente, cioè sulla fiancata del treno, in corrispondenza di questo locale c’è una serranda. E non si capisce neanche per quale motivo il personale di Trenitalia non abbia fatto sistemare in quel posto le bici visto che è quello il luogo dove vanno messe.