ASCOLI PICENO – La proposta di vietare anche ad Ascoli i botti di fine anno arriva dal coordinatore dell’Udc Francesco Petrelli. Si tratta di un invito al Sindaco Castelli ad emettere ordinanze sulla scia di quanto fatto da molti comuni d’Italia, in primis Torino.

“Non si tratta solo di una pericolosa usanza, che ogni anno provoca centinaia di feriti, anche gravi, ma anche di una sorta di moda – spiega Petrelli – che, al di là degli incidenti, costituisce comunque un problema serio per la salute, in particolare per bambini, anziani ed animali”. “Tutti i botti – continua  – sono pericolosi, non solo quelli illegali, ma anche quelli legali usati correttamente. Al di là degli incidenti provocati da un uso improprio dei fuochi d’artificio, infatti, anche quelli perfettamente esplosi, senza inconvenienti, provocano un pericoloso aumento delle polveri sottili come ha denunciato in questi giorni il Codacons”. “Inoltre è accertato -spiega ancora Petrelli -che i botti fatti scoppiare in prossimità di un cane o di un altro animale domestico, producono danni irreversibili che vanno dalla morte (spesso per la paura si buttano dai balconi) allo spavento, dalla follia ai danni all’udito. È bene sapere che in questi casi trova applicazione il nuovo articolo del codice penale sul reato di maltrattamenti degli animali.

“Se Castelli proprio non vuole prendere esempio dalle ordinanze di divieto – conclude Petrelli – di molti suoi colleghi, o meglio ancora dal più ampio regolamento del Comune di Torino, almeno faccia come il sindaco di Calalzo in provincia di Belluno, che ha pensato di normare il tempo per il lancio di botti e fuochi artificiali a Capodanno: dalle 23.45 del 31 dicembre alle 00.45 dell’1 gennaio 2012, lasso di tempo del tutto sufficiente a festeggiare, e nel contempo utile a rispettare, sia i residenti che non vogliono rumori assordanti per tutta la notte, sia gli animali. Il timer per i botti di fine anno potrebbero rappresentare anche un ottima soluzione per regolamentare anche gli spettacoli pirotecnici delle varie feste patronali, in primis lo sparo Sant’emidio, e di quelli privati”.

La proposta dell’esponente dell’Unione di Centro, quindi, potrebbe essere applicata anche alle numerose feste  di quartiere e di parrocchia che si svologono durante l’anno e che vengono segnalate alla cittadinanza con un numero spesso eccessivo di potenti “botti” per diverse ore della giornata.


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