Dal settimanale n.909, in edicola il 5 marzo 2012

ASCOLI PICENO – Tra polemiche e satira carnevalesca la Torre ascensore di Porta Tufilla è entrata in azione sabato 25 febbraio. L’opera consente il collegamento rapido tra i parcheggi di via dei Mulini lungo il fiume Tronto e la zona sovrastante di via Ariosto, un intervento a detta dell’amministrazione “strategicamente importante ai fini delle riduzione del traffico veicolare”. L’intervento è costato alle tasche pubbliche 270 mila euro, di cui 91 mila finanziati dalla Regione e 179 mila dal Comune.

L’architetto dell’Arengo Pier Filippo Melchiorre, direttore dei lavori, ci spiega l’iter che ha portato alla realizzazione dell’ascensore. “L’opera nasce da un progetto del 2005, rientrante negli interventi previsti nel piano del traffico per la riduzione dell’inquinamento atmosferico. A tal fine furono localizzate all’epoca alcune aree della città più congestionate, tra cui via Ariosto e via Colombo. Con la Regione l’amministrazione stabilì il progetto preliminare e realizzò in accordo con la Provincia una variante urbanistica per poter inserire i parcheggi in via Ariosto”. Quindi, essendo l’area intorno a Porta Tufilla vincolata dal punto di vista archeologico ed ambientale, il Comune ha richiesto il parere della Sovrintendenza per i Beni Ambientali e Architettonici delle Marche.

“Abbiamo quindi cercato l’ubicazione più adatta per costruire l’ascensore, tenuto conto del fatto che non poteva essere inserito nella scarpata retrostante perché ciò avrebbe provocato un dissesto del blocco in arenaria – continua l’architetto -. La posizione scelta ci è sembrata strategica, funzionale alla realizzazione della struttura e in linea con la fermata dei pullman in via Ariosto”.

Quanto all’estetica, “inizialmente avevo suggerito di realizzare una torre in vetro ed acciaio per segnalare la modernità dell’opera, ma questa soluzione è stata bocciata dalla Soprintendenza, che proponeva di fare una finta torre medievale che richiamasse l’architettura circostante. Noi realizzammo la struttura in cemento armato e poi, col cambio al vertice della Soprintendenza, ci venne detto di decorarla con blocchi spillati che ricordano un po’ il travertino, insieme a piccole rientranze simili ai fori delle torri medievali. In questo modo abbiamo rivisitato la torre antica in chiave moderna, secondo me ottenendo un buon risultato anche a livello estetico”.

Inoltre, continua Melchiorre, l’opera ha un altro vantaggio: quello di riqualificare l’intera area intorno a Porta Tufilla: “Non dimentichiamo che quella zona era un po’ degradata, lì vi era una discarica: ora è più sicura anche grazie all’illuminazione e alle telecamere che sorvegliano l’area”. Sull’utilità dell’intervento Melchiorre preferisce non pronunciarsi (“è un elemento che attiene alla politica)”, tuttavia a suo avviso l’ascensore incentiva l’utilizzo dei parcheggi lungo via dei Mulini: in quella zona presto ne verranno attivati altri 38, che a detta del sindaco saranno gratuiti per i residenti e a pagamento (2 euro al giorno) per i rimanenti.

Melchiorre definisce puramente strumentali le polemiche che si sono levate contro quest’opera: “Hanno criticato l’ascensore per attaccare indirettamente l’amministrazione in tema di parcheggi. Vorrei ricordare però che l’opposizione in commissione urbanistica aveva approvato il progetto (articolo 19 del Testo unico sugli espropri). Dunque tutta l’amministrazione sapeva benissimo che lì si sarebbe fatto l’ascensore ma la battaglia è nata solo successivamente, probabilmente perché poi è subentrata la polemica contro la Saba”. Quanto ai cittadini e alle associazioni che già da qualche anno denunciano l’impatto ambientale del “Mostro Tufillo” (vedi il gruppo Facebook o manifesti con su scritto “Demoliamolo”), Melchiorre risponde: “Come mai nel giorno dell’inaugurazione non ci sono state rivolte? Da veri contestatori ci saremmo aspettati ben altro. L’impressione è che non esista una reale ostilità contro quest’opera”.


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