ASCOLI PICENO – Le scelte urbanistiche dell’Arengo continuano ad infiammare il clima politico ascolano. Dopo le critiche mosse dai Giovani Democratici, ora è tutta la minoranza consiliare che si scaglia compatta contro le ultime decisioni della giunta Castelli. Oggetto del contendere, le due variante urbanistiche riguardanti la riqualificazione dell’area Monterocco, nel quartiere di Borgo Solestà, e della zona di Villa Rendina a Monticelli. Varianti che prevedono la realizzazione di nuovi edifici di edilizia convenzionata.

“Ancora una volta, le politiche urbanistiche dell’Amministrazione seguono un percorso contrario a quello teso verso una reale riqualificazione del territorio – denunciano Pd, Idv Alveare e Primavera -: l’individuazione delle aree sembra dipendere dalle esigenze di alcuni privati che hanno specifici interessi a costruire in determinate aree di loro proprietà; intorno a queste necessità si costruisce la politica urbanistica dell’Amministrazione. Niente a che vedere con una reale e sana pianificazione e progettazione del territorio, che invece dovrebbe seguire questi passaggi: progetto di riqualificazione del territorio rispetto a precisi obiettivi urbanistici, ma anche economici e sociali della collettività, definizione delle reali esigenze abitative della comunità, individuazione delle possibilità di riqualificazione dell’esistente e da ultimo, l’identificazione di possibili aree edificabili e coinvolgimento dei privati”

“E’ questo il metodo che un’Amministrazione consapevole e interessata al bene pubblico adotta per promuovere la crescità della città, e questo metodo ha un nome: si chiama Piano Regolatore Generale, quello che le giunte Celani e Castelli hanno lasciato dormire nel cassetto da un decennio per poter procedere a mano libera di variante in variante seguendo finalità che nulla hanno a che vedere con le necessità della collettività”.

“Dopo che si è deciso che quelle sono le aree da urbanizzare, le varianti di Villa Rendina e di Monterocco vengono presentate come strumento base per l’obiettivo – condivisibile – di porre un freno al fenomeno di decremento demografico che negli ultimi anni ha toccato pesantemente la città – continua l’opposizione -. Si dimentica, però, che lo spopolamento della città, specie delle giovani famiglie, a tutto vantaggio dei Comuni limitrofi, sia stato generato e accentuato dalla mancanza di qualunque politica atta a porvi un freno: nessuna progettualità in termini di politiche economiche di rilancio per la città, nulla nel miglioramento dei servizi specifici per le giovani coppie”.

“Che valore potrà mai avere un Piano Regolatore dopo che queste ultime varianti andranno ad incidere su due punti strategici della città?”, si chiede l’opposizione, che contesta all’amministrazione Castelli la mancanza di prospettiva e progettualità in tema urbanistico. “In questo contesto il progetto presentato sotto la veste di edilizia convenzionata assume troppo da vicino i contorni di una mera urbanizzazione come altre, di un ennesimo progetto di cementificazione di cui oggi non si percepisce neppure l’urgenza. Ma davvero in questo momento ad Ascoli c’è bisogno di costruire nuove case – conclude l’opposizione -? Il Comune ha reperito dati in merito alla reale richiesta di nuove abitazioni da parte dei più giovani? I prezzi di vendita possibili sono davvero competitivi in questi tempi di grande difficoltà economica?”.


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