ASCOLI PICENO – Chi si aspettava di conoscere nei dettagli il nuovo piano per l’integrazione dei servizi sanitari piceni sarà rimasto un po’ deluso. Nella prima conferenza dei sindaci dell’area vasta 5, svoltasi stamattina presso la sala consiliare del Comune di Castel di Lama, non sono emerse infatti grandi novità sul progetto che dovrà essere presentato entro il 30 aprile dal direttore Giovanni Stroppa, sebbene siano state definite alcune linee guida su cui si innesterà il piano di riorganizzazione sanitaria. Prima tra tutte la diversificazione dei due plessi: secondo le indicazioni annunciate prima dal dirigente dell’Agenzia Regionale Sanitaria Carmine Ruta, poi dal direttore dell’Asur Marche Piero Ciccarelli e dallo stesso Stroppa, l’ospedale sambenedettese “Madonna del Soccorso” sarà incentrato sui servizi di emergenza e di primo livello (assicurerà cioè il pronto soccorso e una diagnostica di base), mentre il Mazzoni di Ascoli dovrà garantire livelli più elevati erogando prestazioni caratterizzate da una maggiore intensità di cura.

Ma fin qui “nulla di nuovo”, fa notare il sindaco Giovanni Gaspari: “Da 10 anni si parla di diversificazione, ma il problema è capire come evolverà quest’area vasta. Oggi abbiamo assistito a una sorta di terzo consiglio comunale aperto, dopo quello di San Benedetto ed Ascoli – ha dichiarato al termine della conferenza -: tanti buoni propositi, ma il progetto si sostanzia quando si passa alla concretezza delle proposte . Al momento c’è disponibilità e consapevolezza più o meno convinta, ma dobbiamo capire come si realizzerà questo progetto, che ci attendevamo di poter ragionare oggi stesso”.

Da parte del primo cittadino rivierasco arriva anche la richiesta affinché i sindaci siano informati prima che le decisioni verranno prese, ossia prima della fine del mese: “Abbiamo appreso dal direttore Ruta che ci sarà una diversa organizzazione, non più per reparti ma per livelli di cura e di assistenza, possiamo essere d’accordo, ma il problema è capire come verrà realizzata, perché così cambia radicalmente l’impostazione del Madonna del Soccorso, e questo è un modello che finora funziona solo in Toscana”.

Su questo punto il sindaco Guido Castelli dà ragione al collega sambenedettese: “E’ dal 2008 che si parla di area vasta, dobbiamo pretendere che questo percorso sia celere, è assolutamente opportuno dare un segnale agli operatori ospedalieri che stanno perdendo fiducia”. Il primo cittadino ascolano ha ribadito i punti emersi nell’ultimo consiglio comunale a Palazzo dei Capitani: ossia la necessità che il territorio Piceno si presenti  in maniera unitaria al vaglio della proposta e che il piano sia deciso non per razionare risorse ma per renderle più efficienti, anche tramite  investimenti. “In terzo luogo – spiega Castelli – non deve mancare l’attenzione verso la prevenzione e gli interventi socio-sanitari, rete molto importante poiché affianca quella ospedaliera”.

Più che tagliare i servizi, dalla conferenza è emersa la volontà di ridurre le inefficienze del sistema, ossia le cosiddette “inappropriatezze”. Per rendere più competitiva l’azienda sanitaria picena Ruta consiglia ad esempio di riconvertire i ricoveri dovuti ad infiammazioni o problematiche “minori” (come esofagite, tendinite, otite, asma e simili) in day surgery e day hospital. In secondo luogo si tratta di “investire verso i servizi più complessi, in modo da aumentare la mobilità attiva (ricoveri da altre province o regioni), che è quadruplicata dal 2007 ad oggi, riducendo quella passiva”, ha aggiunto il dirigente regionale.

Quanto ai tempi, Stroppa assicura che il piano dovrà essere portato a compimento entro il 30 aprile: “Stiamo lavorando per rendere l’offerta più razionale, le risposte vere le stiamo trovando con i professionisti, ma oggi sono emerse le linee guida  – ha annunciato il direttore – Vorrei aggiungere che siamo avvantaggiati rispetto ad altre aree vaste perché qui vi è un percorso già attivato, si tratta solo di portarlo a compimento”.


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