ASCOLI PICENO – Striscioni e cumuli di carbone sono stati depositati nella notte nelle stazioni di Ascoli Piceno, San Filippo e Marino del Tronto dai militanti di CasaPound. Una provocazione verso le istituzioni. “Torneremo al carbone?” era infatti la frase che campeggiava sugli striscioni affissi nei dintorni dei binari. Un’azione per dire no ai tagli della Regione Marche ai fondi per l’elettrificazione della tratta ferroviaria Ascoli-Porto D’Ascoli.

“Siamo preoccupati dalla situazione dei collegamenti del capoluogo piceno nonostante le rassicurazioni di Canzian  – spiega Fabio Di Nicola, responsabile provinciale di CasaPound Ascoli – speriamo che il taglio dei fondi Fas non ricada sull’unica ferrovia di Ascoli, poiché le infrastrutture sono già carenti. Aver perso i fondi per il miglioramento del tratto Acquasanta-Trisungo della Salaria per mancanza di progetti è assurdo”.

“Un territorio come il nostro, con una tale crisi lavorativa, dovrebbe favorire gli scambi e non può permettersi simili disattenzioni. L’autostrada Ascoli-Teramo e la ferrovia Ascoli-Roma rimangono due opere dimenticate, riposte nei cassetti degli uffici come si fa con i sogni. L’unico reale collegamento rimane il raccordo autostradale Ascoli-Mare per il quale però si medita di inserire un pedaggio, tanto per stroncare la sola strada d’avanguardia che tiene unito il capoluogo con le grandi arterie del paese. Grandi arterie che hanno comunque tagliato fuori la provincia di Ascoli dai loro progetti. Basti pensare che la terza corsia dell’A14 si fermerà a Pedaso e che i treni in fermata a San Benedetto del Tronto sono in costante calo”.

“Su altri fronti le cose non vanno meglio – conclude Di Nicola – una città come Ascoli, con un turismo in crescita, sul quale si dovrebbe puntare la riconversione economica come può permettersi di tenere chiusa la stazione di domenica e nei giorni festivi? Anche l’autostazione, presentata come panacea di tutti mali, rimane un miraggio. Non vorremmo che Ascoli si trovasse nei prossimi decenni, a far fronte a una carenza infrastrutturale che la isolerebbe. Ci vogliono progetti seri e che mettano d’accordo le istituzioni in modo da favorire investimenti e turismo, altrimenti questa città sarà destinata a morire”.


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