ASCOLI PICENO – Il mistero Papa Waigo sembra dissolversi. L’attaccante senegalese, sotto contratto con l’Ascoli, ma mai giunto da Silva dal giorno del raduno di lunedì scorso, ha rilasciato un’intervista esclusiva a ‘Il Resto del Carlino’ di Ascoli, uscito questa mattina, dove ha spiegato i motivi che lo hanno spinto alla scelta, non solo di non giocare più nell’Ascoli, ma anche di lasciare l’Europa. Alla base di tutto, gravi problemi familiari che l’ex numero 11 bianconero pare si porti da tempo. Questi i passaggi più importanti.

Due settimane fa – spiega l’ex Fiorentina – sono stato in sede per implorare i dirigenti bianconeri di lasciarmi andare via: ho gravi problemi familiari da risolvere e non posso rimanere ad Ascoli, nonostante avessi firmato un contratto di un anno con opzione per altri due. Ho chiesto di non far valere tale clausola e invece mi sono ritrovato legato fino al giugno 2014“. Ma allora perché non tornare? Papa Waigo tende a chiarire: “Non sono né un bandito, né un latitante. Ho amato questa maglia, ho sposato la causa dell’Ascoli da uomo d’onore, ma questi problemi mi impediscono, non solo la carriera in bianconero, ma anche europea. Ho questa opportunità a Dubai, ma non aspetteranno il 30 agosto“. E sulla domanda, sempre da ‘Il Resto del Carlino’, se fosse anche una questione di soldi, è chiaro, rivelando particolari della trattativa della scorsa estate: “Non scherziamo. Quando scelsi Ascoli ho rinunciato a 600.000 euro dalla Fiorentina. Il presidente Benigni mi ha convinto con il suo progetto e gli ho detto ‘Quanto mi vuoi dare?’ e lui mi ha risposto ‘90.000 eur0‘. Io ho accettato con entusiasmo e credo che con i miei 15 gol abbia fatto il pieno dovere. Per questo ho chiesto alla società di lasciarmi libero in segno di riconoscenza“.

Infine, sul futuro, dice di aver rifiutato un aumento d’ingaggio da Corso Vittorio: “Se fossi stato un bandito avrei accettato i 250.000 euro che mi hanno offerto per farmi rimanere, ma Papa Waigo ha dei principi, non ha mai trascorso una notte in discoteca. Nessuno sa il mio stato d’animo quando tornavo a casa da allemaneto. Non ne ho mai parlato con nessuno, anche se nello spogliatoio scherzavo e ridevo con tutti. Adesso chiedo solo di essere lasciato libero di andar via. Sono disposto a rinunciare a stipendi e premi. La società ha avuto Papa Waigo con uno stipendio minimo e ci ha guadagnato. Credo che si possa trovare un accordo“.

A quest’intervista uscita questa mattina seguirà sicuramente un chiarimento della società bianconera, in attesa di capire l’evolversi della situazione.

 


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