ASCOLI PICENO – Venerdì 27 Luglio 2012 i sindacati del pubblico impiego Cgil e Uil hanno proclamato una “Giornata di mobilitazione nazionale” per protestare contro il decreto 95, più noto come provvedimento sulla “spending review”. Legge che, secondo il governo, mira a razionalizzare la spesa pubblica.

La mobilitazioni, in Ascoli, verrà fatta con un presidio a piazza Simonetti dalle 12.00 alle 14.00, a cui tutti sono invitati a partecipare. Durante la manifestazione verrà distribuito materiale informativo e verranno illustrati gli effetti che le manovre governative provocheranno sulle vite di tutti noi.

La spending review, secondo la Cgil e la Uil, provocherà una drastica riduzione dei servizi pubblici. Servizi che sono fondamentali per la vita di tutti i cittadini e che vanno a tutelare proprio le fasce più deboli della nostra società. La scuola, la sanità, la previdenza sociale subiranno dei “tagli”; la conseguenza sarà che ci saranno classi sempre più affollate, ospedali con meno posti letto e una previdenza con meno risorse da poter distribuire ai più poveri.

I sindacati con la mobilitazione mirano ad ottenere un cambiamento significativo nelle politiche del governo e promettono di utilizzare tutte le loro capacità di lotta per combattere l’attuale stato di cose.
Se l’esecutivo non dovesse ascoltare la loro voce annunciano già che ci sarà, a breve, la proclamazione di uno sciopero generale di tutto il lavoro pubblico. La data dell’astensione collettiva dal lavoro non è ancora stata fissata ma si vocifera che sarà nel prossimo mese di settembre.

“Scaricare i costi della crisi sul lavoro e sulle amministrazioni locali è stato e continua a essere il punto attorno al quale, tanto ieri quanto oggi, i governi costruiscono le loro politiche socio-economiche. Politiche che si sono dimostrate recessive, involutive e inique”, queste le dichiarazioni di Cgil e Uil.

Dalle premesse si annunciano giorni infuocati per la lotta sindacale; tanti diritti così  faticosamente acquisiti in questa nostra Repubblica stanno rischiando di essere travolti sia dalla crisi economica sia da scelte governative. Il pericolo è grande perchè se la politica diventa prigioniera del “palazzo” si allontana dalla gente e perde, in questo modo, la ragione della sua esistenza.


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