ASCOLI PICENO – “Sono i drammatici effetti delle recenti e pesanti manovre finanziarie che hanno assunto la veste di riforme previdenziali di cui hanno fatto le spese migliaia di lavoratori e lavoratrici nella nostra regione come nel resto del Paese.” Questo il giudizio della Cgil sui dati dell’Inps Marche relativi alle domande di pensione accolte dall’istituto previdenziale, elaborati dal sindacato, dai quali emerge un brusco calo delle domande di pensione nelle Marche nei primi sei mesi del 2012: oltre 3000 domande in meno rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente e domande di pensione di vecchiaia e anzianità più che dimezzate.

Nei primi sei mesi del 2012, sono state complessivamente accolte 6410 domande di pensione, rispetto alle 9457 nello stesso periodo del 2011: dunque si registrano 3047 domande in meno, con un calo del 32,2%.

Particolarmente preoccupante il tracollo delle domande di pensione di vecchiaia e quelle di anzianità che sono più che dimezzate: le pensioni di vecchiaia passano da 3032 a 1401 (-1631 domande, ossia -53,8%) mentre le pensioni di anzianità passano sa 2539 a 1081 (-1.458 o -57,4%).

Crescono invece le pensioni di invalidità, con 928 domande accolte (+3,7%) e quelle di reversibilità, con 2778 domande (+1,0%); in calo il numero delle pensioni indirette, con 222 domande accolte (-7,9%).

A livello dei singoli territori, la maggiore riduzione delle domande si registra a Macerata (-45,0%), dove risulta particolarmente pesante la diminuzione delle pensioni di anzianità (-70,0%) e di vecchiaia (-62,7%).

Di poco inferiore alla media regionale il calo delle domande nella provincia di Ascoli Piceno con 944 domande (-26,4%), così come nelle province di Pesaro e Urbino (1478 pensioni accolte, -31,6% rispetto al 2011), Fermo (835 pensioni, -28,8%) e Ancona (1923 domande, -26,1%).

“La riduzione del numero dei nuovi pensionati è così drastica e di tale entità da dimostrare chiaramente come gli interventi sul sistema pensionistico degli ultimi anni siano serviti a fare cassa con le pensioni, piuttosto che a garantire la sostenibilità e l’equilibrio del sistema; lo stesso vale da ultimo la riforma Monti-Fornero”, prosegue il comunicato della Cgil.

“La Cgil ha espresso da subito un giudizio profondamente negativo su tali interventi per gli effetti pesanti prodotti sui giovani, sui lavoratori e le lavoratrici, sui pensionati e soprattutto sugli esodati che rischiano di rimanere senza pensione e senza stipendio a causa degli errori contenuti nella riforma Monti-Fornero.

Questi dati che attestano il pesante calo nelle nuove pensioni, sono destinati a peggiorare ulteriormente quando si aggiungeranno pienamente gli effetti della riforma Monti-Fornero, e destano preoccupazione soprattutto se contestualizzati nel quadro di crisi che stiamo attraversando e si osservano congiuntamente ai drammatici numeri relativi al mercato del lavoro con la disoccupazione che raggiunge la cifra record dell’8,9%, e con 62.000 persone, soprattutto giovani, in cerca di lavoro nelle Marche.

Così mentre diminuiscono le domande di pensione, aumentano prepotentemente le domande di disoccupazione ordinaria e soprattutto a requisiti ridotti: nel primo semestre del 2012, sono pervenute all’Inps 52 mila richieste di indennità di disoccupazione o mobilità, ovvero circa 9600 (pari al 22,6%) in più rispetto allo stesso periodo del 2011.

Viene legittimamente da chiedersi quali opportunità di lavoro potranno mai avere se a coloro che hanno lavorato per una vita intera viene impedito di andare in pensione allungandone l’uscita dal lavoro fino a 5 e anche 6 anni?


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