ASCOLI PICENO – Ce n’è tanto per una inchiesta giornalistica. O almeno per sapere se le accuse del Partito Democratico e della consigliera Valentina Bellini sono circostanziate o magari troveranno facili spiegazioni.

In una conferenza stampa, alla presenza degli altri consiglieri del Pd Bastiani, Corradetti e Pignoloni, il Pd ha duramente contestato l’iter che sta guidando i lavori di restauro dell’ala sud dell’ex ospedale Mazzoni, che, nelle intenzioni della giunta Castelli, diventerà il “Polo Universitario” di Ascoli.

“Stiamo parlando dell’atto più significativo di questa giunta, eppure non presente nel programma di mandato né mai citato nelle interviste – spiega la Bellini – Eppure dopo due anni e mezzi lo stato di avanzamento dei lavori non raggiunge neppure il 20% del totale della spesa prevista, e anzi non arriva forse al 15%”.

“Si ravvisa il rischio di uno spreco di denaro pubblico, in un momento dove proprio non possiamo permettercelo – continua – Sono state già presentate tre relazioni della ditta appaltatrice, due delle quali con riserva, dove si lamenta l’impossibilità di adeguare i lavori a quanto previsto dal capitolato d’appalto e quindi c’è bisogno di rimodulare i riferimenti del capitolato. Quindi saranno necessari altri fondi e questo permette di capire come la progettualità sia stata alquanto lacunosa”.

Fosse tutto qui, si direbbe. Ma per il Pd c’è molto altro: “Per tutte le attività istruttorie al progetto esecutivo sono stati impegnati circa 150 mila euro, ma molte attività sono state assegnate per importi al di sotto dei 20 mila euro, e questo per evitare assegnazioni con bando: la cosa si può fare ma resta incredibile notare che non esista alcun regolamento comunale che disciplini questo percorso”.

C’è poi un “punto B” dell’interrogazione che Valentina Bellini presenterà al prossimo consiglio comunale: “L’Ufficio tecnico del Comune è stato ad un certo punto affiancato da professionisti esterni ai quali sono stati affidati lavori per circa 200 mila euro. Tutto è avvenuto senza che vi sia stata alcuna istruttoria che abbia verificato la disponibilità a svolgere questi compiti da parte del personale tecnico del comune, come previsto da una legge del 2006. Tutto regolare, dunque?”

E ancora: “Se guardiamo l’affidamento della procedura definitiva-esecutiva vediamo davvero un percorso raffazzonato e sul quale occorrerà indagare meglio. Si è mandata una lettera di invito, in quanto il lavoro era uno soltanto, a cinque professionisti diversi. Perché? Perché questo ha permesso di frazionare gli importi in porzioni tutte al di sotto dei 100 mila euro, il che ha evitato di aprire una evidenza pubblica, un vero e proprio bando. La lettera inoltre non è stata preceduta da nessun atto di pubblicità, per metterne a conoscenza altri studi professionali magari interessati. Anche qui: tutto regolare?”

Non è finita: ad uno “dei quattro professionisti si è dato un incarico di coordinamento del lavoro degli altri, che addirittura è pari ad 80 mila euro, per coordinare dunque lavori di altri tecnici privati per importo equivalente. Ottantamila per coordinare, 80 mila per lavorare… Troppa sproporzione”.

È successo altro, in base alla ricostruzione della Bellini: “Una settimana dopo l’affidamento dell’incarico si è scoperto che l’incarico non può essere di 100 mila euro, perché avrebbe reso necessario un bando pubblico, ma di 97 mila… Si afferma esplicitamente che si è trattato di un errore ma questo errore rende annullabile l’affidamento, in quanto prima va determinato l’importo dei lavori, e poi deciso quale tipo di forma giuridica adoperare, e invece si è fatto il contrario: prima si è scelto l’incarico senza bando, e poi si è stabilita la cifra congrua…”

Ci sono molti altri aspetti che saranno evidenziati dalla Bellini in sede di consiglio, il principale tra i quali ci sembra il rischio che il progetto esecutivo sia a bassa definizione, con scala 1:200 invece che 1:50, “e questo mette in difficoltà la Sovrintendenza a dare parere favorevole ma dà spazio alla società appaltatrice di lamentare difficoltà qualora i lavori fossero difformi al progetto esecutivo nei punti poco dettagliati”. Inoltre “come mai il collaudatore statico ed amministrativo in corso d’opera sia stato nominato solo nel luglio 2012”?

Tante domande, insomma.


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