ASCOLI PICENO – Obiettivo: 500 mila firme in tre mesi per un referendum che miri all’abrogazione della riforma Fornero sull’articolo 18 dello Statuto dei Lavoratori e dell’articolo 8 dello stesso Statuto, modificato dal governo Berlusconi.

Questo è l’obiettivo che si pongono una serie di forze politiche e sindacali che partiranno, il prossimo fine settimana, con la raccolta firme in tutta la Provincia di Ascoli. Si tratta dell’Idv, dei Verdi, di Sel, di Rifondazione Comunista e dei Comunisti Italiani a cui si aggiunge una parte della Cgil, sindacato stranamente diviso e che vedrà parte attiva le componenti Lavoro e Società e la Fiom.

Alessandro Pompei di Lavoro e Società afferma “che le controriforme di Berlusconi e Fornero riportano il mondo del lavoro indietro di 50 anni: prima hanno svuotato di senso il Contratto Collettivo Nazionale del Lavoro, permettendo di applicare delle contrattazioni in deroga, e in diminuzione, a livello aziendale e locale; poi addirittura si sono attaccate le garanzie del lavoratore in merito al reintegro obbligato in caso di licenziamento illegittimo e senza giusta causa”.

Angelo Alfonsi della Fiom-Cgil è sulla stessa lunghezza d’onda: “In pratica sta vincendo il modello Fiat-Marchionne passato coi referendum di Pomigliano che ora si stanno rivelando in tutta la loro distruttività”.

Dante Merlonghi dell’Idv sottolinea come “la modifica degli articoli 8 e 18 gridano vendetta nei confronti dei lavoratori specialmente in un momento come l’attuale, in cui la crisi rende difficile per i lavoratori difendere i propri diritti, questa è una mazzata del Governo Monti”. Daniele Primavera, di Rifondazione Comunista, aggiunge: “Dobbiamo preoccuparci dei problemi veri della gente e non delle chiacchiere sui posizionamenti dei partiti e delle alleanze. Dobbiamo ripartire dalle piazze e dalle strade”.

Più politiche le dichiarazioni di Giorgio Mancini di Sel: “Aggiungo soltanto che chiediamo ai militanti del Partito Democratico di darci una mano: è vero che siamo un gruppo abbastanza ampio ma non abbiamo trovato nel Pd una sponda per questa battaglia anche se sappiamo che molte sensibilità del Pd sono vicine a questi temi, e, magari come per il referendum sull’acqua, le sezioni a livello locale si battano con noi, al di là della scelta centrale del partito”.

Pd che, come la Cgil, non avrebbe per ora appoggiato la scelta del referendum (che comunque non si terrà prima del 2014) perché orientato ad una modifica delle norme in Parlamento dal 2013.


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