ASCOLI PICENO – Chi ci ha guadagnato e chi ci ha perso, nella vicenda Castelli-Travanti? Occorre ragionare su due ordini temporali: quello immediato o a breve termine, e un altro invece di lungo periodo, che punta dritto già alle elezioni del 2014.
Nell’immediato il vincitore è sicuramente Castelli: ha silurato un assessore scomodo, frondista, pronto a creare un movimento avverso. La revoca delle deleghe è anche un messaggio mandato a tutti gli altri componenti della giunta, a partire dall’assessore alla Cultura Davide Aliberti, oggetto di critica continua dai consiglieri di maggioranza e, secondo molti, il prossimo a cadere, ma anche a coloro, magari provenienti dall’area di Forza Italia, che magari potevano flirtare con eventuali nuovi movimenti centristi.
Travanti, ovviamente, è lo sconfitto: senza assessorato sarà confinato ad un ruolo politico minore, almeno fino al momento della prossima campagna elettorale.
Si dirà che 18 mesi sono tanti, ed è impossibile pensare a cosa accadrà da ora in avanti: verissimo, se si pensa che un anno e mezzo fa il Movimento Cinque Stelle aveva percentuali anche di un decimo rispetto alle attuali, lo spread non esisteva e il governo Berlusconi era saldamente al potere.
E in questo scenario, occorre anche valutare la posizione di altri interpreti: il Pd, la lista civica L’Alveare, l’Udc.
Innanzitutto quanto pesa, in termini di voti, un Castelli senza Travanti? L’ex assessore è stato storicamente un bravo catalizzatore di voti e tessere, ma sempre all’interno di un partito. Ora sarà alla guida di un movimento, Azione Popolare. Se nell’urna lo seguissero in 500, mille o duemila molte cose cambierebbero. Per Castelli, ovviamente.
Tra Travanti e l’onorevole Udc Amedeo Ciccanti, dopo gli screzi avvenuti al momento della caduta di Piero Celani (2009), c’è stato un chiaro riavvicinamento. Interesse di entrambi è quello di spaccare la maggioranza che sostiene Castelli per un avvicinamento fra l’Udc e l’ex Forza Italia.
A questo punto occorre guardare il Partito Democratico: come sempre, su posizioni diverse. Il gruppo consiliare ha bocciato sonoramente, oltre che Castelli (era scontato) anche Travanti: giustamente, per certe logiche spartitorie un poco da Prima Repubblica, anzi da manuale Cencelli, hanno fatto il loro tempo. Ma nessuno non può non notare come il Pd abbia, ancora una volta, due voci: quella consiliare-canzianiana, e un’altra, stavolta affidata all’ex sindaco Roberto Allevi, che invece, pur senza blandirlo, ha appoggiato Travanti. Il nemico del mio nemico è mio amico, recita un adagio: Allevi (Agostini?) sembrano seguirlo, Canzian forse no. Questione di strategie.
Lo scenario-2014 però è complicato, perché lontano. La lista civica L’Alveare, forte di una base di circa duemila voti, ci inizierà a lavorare già da gennaio: ma come si porranno di fronte ad una ipotetica creatura Agostini-Ciccanti-(Travanti), magari spersonalizzata, almeno di facciata, dai due nomi?
Ma i conti si devono fare con l’oste: quanto potrà valere, nel 2014, il Movimento Cinque Stelle? Il gruppo sta ancora facendo i primi passi, a livello locale, e nemmeno è detto che sia presente in maniera convincente alle amministrative ascolane. Ma tutte le previsioni e futurologie potrebbero essere sconvolte a seconda della forbice di preferenze che i “grillini” potrebbero raccogliere.
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