ASCOLI PICENO – “Il fascismo? Ci piace la definizione che di noi ha dato il Corriere della Sera, fascisti del Terzo Millennio. Ma se partecipiamo a questa campagna elettorale con una nostra lista, è chiaro che vogliamo partecipare alla democrazia. Che sia vera democrazia, però”: così si esprimono Giorgio Ferretti, segretario regionale di Casapound, e Fabio Di Nicola, responsabile della Provincia di Ascoli Piceno, in merito ai rapporti tra la loro associazione, che concorre alle elezioni politiche, e, il Ventennio mussoliniano.

Continua Di Nicola: “Noi affermiamo che durante il fascismo alcune buone soluzioni in campo economico e sociale furono individuate, e mi riferisco ad esempio all’Iri, alla gestione bancaria, allo Stato Sociale: tanto che poi furono mantenute per tanti decenni a seguire. Quelli sono nostri punti di riferimento. Quanto invece alle limitazioni per la stampa o alla libertà di espressione, abbiamo testimoniato con i fatti, ospitando in questo stesso circolo esponenti anche di Rifondazione Comunista in maniera del tutto amichevole e proficua, quanto per noi sia importante il confronto. Vogliamo la democrazia, che sia democrazia”.

Questo il nocciolo con il difficile rapporto tra Casapound e il fascismo, durante la presentazione dei candidati e del programma politico avvenuto al circolo Il Bolide, ad Ascoli Piceno dove naturalmente riferimenti visivi non mancano, dalle bandiere nazionalistiche “Istria” e “Dalmazia” ai manifesti che chiaramente rimandano alla cultura fascista. Ma sempre Di Nicola afferma: “Non vogliamo restare ancorati ad una cultura ottocentesca di destra/sinistra, mentre crediamo che certe valutazioni siano da oltrepassare. Qui ad Ascoli, qualche mese fa, altri hanno manifestato chiedendo la chiusura di questa associazione”.

Insieme a Ferretti e Di Nicola erano presenti Dario Orsini, rappresentante della sezione ambientalista di Casapound (La Foresta che Avanza), e Giuseppe Bartolini di Roccafluvione.

“Abbiamo deciso di presentarci a queste elezioni perché dopo che abbiamo tentato di portare sulle nostre posizioni i partiti politici, ci siamo resi conto che molti di questi sono soltanto dei carrozzoni che non hanno alcuna possibilità di modificare l’esistente. Siamo giovani, e vogliamo batterci per una Italia diversa” afferma Ferretti.

Programma politico che parte ovviamente da basi nazionalistiche: “Una nazione” è il titolo che accompagna i dieci punti del programma. Anche se, spiega Di Nicola, “ci sentiamo europei, e vogliamo una Europa diversa dall’attuale, ma riteniamo che l’Europa sia il nostro obiettivo, con una autarchia europea e un canale privilegiato con la Federazione Russa”.

Il programma prevede sovranità monetaria, “o cambiando l’attuale Banca Centrale Europea, o tornando alla lira”, il “congelamento del debito pubblico italiano in mano a banche d’affari e fondi esteri”, “nazionalizzazione Rc auto, Autostrade e sottoscrizione del debito pubblico solo da parte di italiani”, una “nuova Iri, e divieto di privatizzare Eni, Finmeccanica e Cassa Depositi e Prestiti”, “abolizione finanziamento pubblico ai partiti”, “referendum sui trattati europei e sugli accordi commerciali continentali”. Inoltre vi è il tema dell’immigrazione: blocco dell’immigrazione “intesa come sfruttamento della manodopera per pagare salari inaccettabili per gli italiani”, e “blocco delle frontiere per merci prodotte con concorrenza sleali in nazioni con legislazioni sociali e ambientali ferme al 1800”.

“Se ci candideremo anche fra un anno, per le amministrative? Per ora non ci pensiamo, valuteremo anche il tipo di risposta che otterremo da questo voto”, spiega Ferretti.

Che aggiunge: “Consideriamo La Destra un partito venduto al berlusconismo: hanno accettato di appoggiare il Pdl solo in cambio della candidatura di Storace nel Lazio, è inaccettabile. Quando a Forza Nuova, tra di noi ci sono delle affinità, ma noi siamo un movimento laico, mentre Forza Nuova ha come base il cattolicesimo”.

Di Nicola conclude: “Da La Destra a Sel, sono tutti per il blocco Monti, il governo peggiore degli ultimi 70 anni. Se qualcuno proprio non vuole votare Casapound, auspichiamo che dia un voto alle altre forze, per far emergere la protesta”.


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