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ASCOLI PICENO – Tutto il Partito Democratico piceno al gran completo per il tour elettorale in provincia per l’ex golden boy del partito, ministro a soli 32 anni e pupillo di Giuliano Amato e Massimo D’Alema.

Accompagnato da Palmiro Ucchielli, segretario regionale, Antimo Di Francesco, coordinatore provinciale, e dai candidati Luciano Agostini, Anna Casini e Margherita Sorge, oltre a Stella Bianchi – insieme a Letta una delle poche non marchigiane presenti nella lista regionale – Letta ha tracciato alcuni dei punti chiave della campagna elettorale del Pd. Con qualche novità forse, quando gli abbiamo domandato la sua opinione sui carichi fiscali conseguenti al Fiscal Compact e al pareggio di bilancio. Ad esempio nel 2015 tra interessi stimati per 105 miliardi e riduzione del debito per 52, compensati in base alle stime di Monti da inflazione (40 mld) e vendita patrimonio pubblico (15), si hanno circa 105 mld di euro da tirare fuori da tasse e nuovi tagli.

Cosa che non si concilia con le “promessine” di Enrico Letta, che non arriva, come da personaggio almeno all’apparenza mite, agli sfondoni berlusconiani, però punta anch’egli alla riduzione della tassazione. Come? “Vogliamo ridurre le imposte sul lavoro: oggi un imprenditore paga 100 e nelle tasche del lavoratore arriva 50; vorremmo arrivare ad un rapporto 60/90″. E inoltre: “Non siamo per togliere l’Imu a chi ha un appartamento in via Montenapoleone, siamo invece per eliminarla per chi ha una sola casa e deve pagare meno di 500 euro”.

Secondo Letta il gettito che verrebbe a mancare dall’Imu sarebbe ricompensato da un incremento per i patrimoni medio-alti, “quindi sarebbe una rimodulazione a costo zero”. Per quanto riguarda i tagli sul costo del lavoro, oltre all’immancabile lotta all’evasione fiscale (ne riferiremo in altro articolo), Letta spiega: “Gli accordi sull’Europa li hanno firmati Berlusconi e Tremonti. Berlusconi è totalmente non credibile, anche sul bilancio europeo: noi siamo il paese che paga più fondi, e così ci siamo ridotti in mutande. La Germania ha recuperato i fondi grazie all’intervento delle banche tedesche in Grecia”.

La prima cosa che faremo sarà di modificare la rotta europea, perché quelle cifre saranno insostenibili, ovvero chiederemo applicare la regola aurea, ovvero l’impegno di scorporare dagli impegni di riduzione del deficit gli investimenti in termini di capitale umano, ricerca e infrastrutture. Se riuscissimo ad ottenere questo punto ciò ci permetterebbe di avere in quel settore una riduzione di debito e deficit e ottenere parte di risorse per la riduzione delle tasse. Sul lavoro se noi riusciamo a vincere le elezioni, nella speranza che i tassi di interessi continuino a scendere, potremmo liberare 10 miliardi di euro già quest’anno che potrebbero in parte abbattere le imposte sul lavoro”.

Altro passo che Letta chiede al Pd è l’immediata riforma della legge elettorale, con doppio turno e collegi uninominali e riduzione del numero dei parlamentari. Per quanto riguarda il Piceno il deputato pisano (“Sarò onorato di rappresentare le Marche in Parlamento”) parla della necessità di rafforzare le infrastrutture del corridoio adriatico, penalizzato dalla linea Bologna-Roma, agevolare il protocollo di intesa su Val Vibrata e Vallata del Tronto “attraverso due canali, quello centrale riguardante il modello di sviluppo e la burocrazia, quello locale con il protagonismo necessario dei territori”, e in più ha parlato della necessità di rivedere la tassa di soggiorno “in uno strumento che possa diventare di scopo per evitare le distorsioni che si sono verificate: innanzitutto che possa essere pagata anche con bancomat e carte di credito, inoltre che possa essere adoperata per le ristrutturazioni degli alberghi e per la promozione”.

Sul tema del riordino delle province Letta ha dichiarato: “Va fermata la proliferazione e vanno riordinate senza però perdere le identità territoriali. Sbagliato mantenere le province con la forza attuale e semplicemente ridurle di numero: è stato fatto un pasticcio”.

Su Berlusconi Letta il giovane è stato duro: “E’ la persona meno credibile degli ultimi 20 anni della politica italiana, fa promesse che poi non mantiene e inoltre si è dimenticato che a luglio 2011 con Tremonti aveva approvato una manovra lacrime e sangue da 28 miliardi, che poi ha lasciato al governo Monti dimettendosi e appoggiando Monti. Ieri parlava di restituzione dell’Imu con l’accordo con la Svizzera, oggi invece alzando tasse su giochi e tabacchi”.

Qualche parolina anche per Monti: “La sua Agenda? Non esiste più, dal momento in cui ha deciso di non essere terzo ma di essere parte della competizione politica”. E da qui la richiesta del voto utile: “Vince chi arriva primo, non chi arriva terzo: quindi dare il voto a Ingroia, Monti o Grillo è inutile. La gara è tra noi e Berlusconi, e noi siamo in vantaggio”.

Anche se Letta non esprime critiche puntuali sull’Agenda del Presidente del Consiglio, preferendo, ancora una volta, la controanalisi estetico-berlusconiana: “Infelice quella battuta sul 1921”.

Il numero due del Pd ha visitato Ascoli, dove ha incontrato la stampa quaindi le categorie produttive nella sede di corso Trieste e Trento per poi partecipare ad un incontro con i cittadini, alla Sala Docens, e quindi, in serata, il programma prevede un apericena a Spinetoli e quindi, alle 21,15, la tappa alla Sala Consiliare di San Benedetto.


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