ASCOLI PICENO – Riportiamo una nota stampa di Vincenzo Marini Marini in risposta a Luciano Agostini, deputato del Partito Democratico.
Nel pieno del periodo del carnevale sono costretto a rispondere all’On. Agostini che afferma che io parlo in politichese.
Atteso che lo afferma chi fa politica da sempre, per lui è un complimento e quindi lo ringrazio.
Non posso però contraccambiare affermando che lui parla come un commercialista, perché
oggettivamente non ha capito ciò che è scritto nel nostro bilancio che invito i lettori, che pensano fondate le affermazioni dell’Onorevole, a leggere (www.fondazionecarisap.it) ed a confrontare con quanto egli ha affermato.
Del resto, confondendo la Quintana di Ascoli con il Palio di Siena, l’Onorevole, che chiama in causa la vicenda del Monte dei Paschi di Siena, non sembra conoscere neanche le vicende pubbliche di Siena e il dibattito sui rapporti con la politica.
Ometto di parlare dell’operato politico dell’Onorevole nel corso del suo mandato perché sono sempre convinto che, soprattutto in questo momento di gravi difficoltà, sia meglio che tutti noi cerchiamo di collaborare assieme piuttosto che cercare in ogni modo spunti per polemiche.
Il nostro contributo alla sua campagna elettorale termina qui.
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Forse il riferimento di Agostini ad MPS non arriva in un momento molto opportuno. Tuttavia Marini continua in una sterile tenzone di stampo meramente polemico e si ostina a non rispondere circa il merito delle questioni meritoriamente poste. Sposta continuamente l’asse del confronto verso attacchi di natura personale per non affrontare i quesiti (troppo comodo dire “andate a leggere il bilancio della fondazione perchè è tutto scritto lì”). Marini – che trae il suo ruolo da dinamiche di cooptazione – dovrebbe rammentare che Agostini è un rappresentante della collettività, eletto in base ad una investitura popolare e quindi dovrebbe avere più umiltà e rispetto, non tanto per la singola persona, ma per il ruolo e la funzione che l’On. Agostini rappresenta ed esercita.
Degno di nota l’uso del plurale maiestatis nell’ultima sua frase che – assieme ad altri indizi – denota comportamenti arroganti e ispirati a presunzione, che si accompagnano a una preoccupazione per la propria immagine che sarebbe affine a tre sintomi: quello narcisistico, quello antisociale e quello istrionico. E si svilupperebbe gestendo il potere, specie se ciò succede a lungo.