Augusto Rocchi, responsabile nazionale dell’economia per Rifondazione Comunista, ha visitato il Piceno per la sua campagna elettorale: è infatti candidato alla Camera nella Regione Marche. Dal 2006 al 2008 è stato capogruppo di Rifondazione nella Commissione Lavoro della Camera.

Rocchi, iniziamo dalla geografia: perché un residente a Sesto San Giovanni si candida nelle Marche?
“Che questa legge elettorale sia una schifezza non è una novità, tanto che non l’hanno voluta cambiare. Questo costringe tutti i partiti di mettere in testa i propri principali rappresentanti nazionali. Per Rivoluzione Civile i primi cinque delle Marche sono gli stessi in diverse regioni, e Ingroia è al numero 1. In questo modo rappresentiamo le diverse anime del gruppo”.

Rivoluzione Civile nasce come aggregazione di partiti e movimenti. Non c’è il rischio di una frammentazione dopo il voto?
“Al momento vedo forte positività, con 10 punti del programma su cui tutti siamo concordi. C’è inoltre una presenza importante dei movimenti, per la prima volta, I partiti hanno fatto un passo indietro”.

Il Pd, con Enrico Letta nel Piceno in questi giorni, ha chiesto di non disperdere il voto contro Berlusconi.
“Lo chiedano a Monti, il voto utile. Non è una corsa a due, i poli sono 4-5. Piuttosto, chi vota Pd sappia che voterà un governo assieme a Monti, Casini e Fini”.

Tra voi e il Pd o Sel nessun margine di contatto?
“Due sono gli elementi sui quali possiamo iniziare a discutere: cancellare la riforma Fornero e dire no al Fiscal Compact. Purtroppo prima delle primarie hanno firmato una carta di intenti dove non c’è traccia di questa volontà. Bersani ha anche detto di no alla patrimoniale, mentre noi esigiamo una progressività della tassazione, anche sulle rendite finanziarie: non è pensabile che chi guadagna magari 800 mila euro da titoli finanziari risulti povero. Inoltre vogliamo un tetto alle pensioni d’oro: massimo 5 mila euro al mese”.

E i tagli ai costi della politica?
“Vogliamo azzerare tutto ciò che non è indennità parlamentare: quindi stipendio di 5 mila euro per un Parlamentare che vive a Roma e di 3 mila euro per un consigliere regionale”.

Quali sono altri punti del vostro programma?
“Ad esempio, combattere la criminalità organizzata e l’evasione fiscale: l’Italia sarebbe un paese ricchissimo senza queste piaghe. In Italia ci sono due Pil diversi da confrontare. E a chi dice che qualsiasi iniziativa genererebbe nuovo debito pubblico, dico che si sono trovati 4 miliardi da prestare al Monte dei Paschi di Siena e 14 per il Fondo Salva Stati Europeo. Ad esempio, siamo per l’introduzione di una tassa patrimoniale che consenta di togliere le tasse per la prima aliquota Irpef su lavoratori e pensionati, detassare le tredicesime. C’è poi il tema del fiscal drag, di cui non si parla più: si pagano più tasse per colpa dell’inflazione, quelle risorse vanno restituite”.

Cosa pensa dell’euro?
“Probabilmente se non si trovano soluzioni rischia di implodere. Servirebbe una nuova Bretton Woods mondiale per un accordo monetario, l’idea di fondo che regge le attuali politiche è sbagliata, perché si punta a svalutare il costo del lavoro come unico strumento di competizione per l’export. Servono anche vincoli alla circolazione delle merci quando provengono da zone con legislazione sociale e ambientale diversa dalla nostra. Noi comunque vogliamo disdire il Fiscal Compact, che si ricordi non è un trattato ma un libero accordo”.

Viviamo in epoca di “spending review”, di tagli alla spesa pubblica. Cosa ne pensate?
“Vanno tagliati gli sprechi, ovviamente, ma la spesa in sé va aumentata. In questi ultimi decenni vi è stato uno spostamento di risorse dal pubblico al privato, con conseguente impoverimento della classe media. In Italia il 10% della popolazione detiene il 50% della ricchezza. Parliamo di 6 milioni di cittadini”.

Aumentare la spesa pubblica non significa, poi, creare le premesse per l’esplosione del debito pubblico e il conseguente “spread”?
“Noi vogliamo che la Bce agisca come le banche centrali di Stati Uniti e Giappone, e questo è sostenuto anche dai liberisti. Così si eliminerebbe parte di questo rischio. Inoltre la Banca d’Italia conserva nei suoi forzieri la terza riserva aurea del mondo: credo che una frazione potrebbe essere venduta per abbattere il debito. Lo spread si eliminerebbe subito, eliminando le vendite di titoli di stato allo scoperto. Inoltre è bene sapere che uno dei principali paradisi fiscali si trova nell’Unione Europea, precisamente nel Lussemburgo”.

Qualcuno potrebbe obiettare: ma Rifondazione Comunista è già stata al governo…
“Facemmo bene a provarci, ma a posteriori sappiamo che fu sbagliato. Io personalmente conducevo lunghe trattative in Parlamento, ma poi tutto veniva bloccato dai poteri forti. Ricordo un accordo con il ministro Visco per portare la tassazione sui proventi finanziari al 21%, lui accettò ma la mattina seguente mi disse che doveva bloccare tutto perchè Padoa Schioppa aveva posto il veto. Lo stesso avveniva sul cuneo fiscale e sulle detrazioni”.

Come uscire dalla crisi?

“Servono scelte coraggiose di innovazione nei campi energetici e tecnologice: in futuro l’asse sarà quello tra sviluppo e ambiente, verso una nuova qualità dei consumi: con un grande programma di investimento che impedisca anche di distruggere, come abbiamo visto, le colline con il fotovoltaico e l’eolico, da sistemare invece in zone adatte. A fronte di tutto questo, invece, la risposta del Pd è ‘liberalizzazioni'”

Un’ultima cosa: un magistrato candidato con la sinistra, per qualche vostro elettore potrebbe risultare indigesto?

“Noi abbiamo avuto sempre un ottimo rapporto con Magistratura Democratica. Siamo sempre garantisti e Ingroia non collide affatto con questa visione. Ricordiamo che nelle nostre liste è candidata anche Ilaria Cucchi, sorella di Stefano Cucchi, caso simbolo del garantismo”.


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