MALTIGNANO – Una miscela esplosiva, fatta di precariato e mancanza di figure professionali adeguate all’interno di alcune strutture riabilitative e psichiatriche della zona, preoccupa il comune di Maltignano. Nell’ultimo consiglio comunale, infatti, è stato approvato, bipartisan, “un un ordine del giorno attraverso il quale – scrive in una nota Massimo Di Pietro, sindaco di Maltignano –  si esprime preoccupazione in merito alla futura gestione della salute dei pazienti nella struttura residenziale protetta ex Luciani di Ascoli Piceno, nella comunità alloggio di Spinetoli e nella casa protetta della casa di cura San Giuseppe di Ascoli Piceno”.

Nel mirino del comune, “alcune scelte amministrative – continua – dell’Asur Marche, Area Vasta n° 5, in corso di adozione, che rischiano di ridurre gli standards assistenziali a causa della adozione della formula dei contratti di precariato per la sostituzione degli attuali operatori sanitari, e del conseguente turn- over, a fronte della semplice promessa  di futuri concorsi per l’assunzione di educatori professionali e di tecnici per la riabilitazione psichiatrica”.

Nell’ordine del giorno, inoltre,  “ si manifesta ulteriore preoccupazione per il possibile mancato rispetto dei pazienti psichiatrici che verrebbero privati di risposta assistenziale adeguata, nonostante necessitino, talvolta più di altre categorie di malati, di cure ed interventi seri e continuativi e di una possibile compressione del diritto alla salute dei pazienti psichiatrici”.

Il sindaco ha espresso forti preoccupazioni  soprattutto “in termini di efficienza e di fattibilità pratica, visto che l’Asur non ha, al momento, un figura professionale riferibile a quella nell’ambito della riabilitazione. Nel contempo, ha affermato il Sindaco, i processi di riduzione dei costi e delle spese nel settore socio- sanitario, potrebbero comportare un abbattimento anche dei livelli di qualità del servizio finora garantito ai cittadini”.

“Il Comune di Maltignano, quindi, ritenendo di erigersi al ruolo di amministrazione capofila dell’area, vista su questo pur silenzioso ma sentitissimo problema, ovvero quello dell’assistenza domiciliare specializzata, ha inviato la delibera a tutti i comuni ricadenti nell’area vasta n° 5, affinchè – conclude – sia scongiurato il pericolo che persone anziane, o malate, debbano ricorrere ad una assistenza privata coni relativi costi che, in questo periodo di crisi, potrebbero risultare insostenibili”.


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