ASCOLI PICENO – Era il 31 dicembre 2008 e due cittadini ascolani scrissero all’allora consiglio comunale di Ascoli chiedendo di “ripristinare la Fontana appartenente al Parco della Rimembranza e trafugata negli anni ’80”. Si trattava di Giulia Civita, tutt’ora impiegata presso la biblioteca comunale, e Luigi Paracciani, fondatore di Italia Nostra ad Ascoli e noto ecologista, recentemente scomparso.

“Facciamo un appello affinché la Fontana venga riportata al suo posto e restituita al suo originario splendore” scrivevano. Da allora (e sono passati più di quattro anni) la Fontana è rimasta invece, un po’ in disparte, nel giardino del Palazzo dell’Arengo, tristemente poggiata sul prato.

Si trova lì dal settembre 2002, quando il nucleo artistico di Bari lo rinvenì dopo che nel 1988 degli ignoti la trafugarono dal luogo dove era sempre stata, ovvero all’incrocio tra viale della Rimembranza e la strada che conduce all’Annunziata. E da più di dieci anni nessuno l’ha riportata nel luogo originario.

Ha scritto Giulia Civita sul periodico “Flash“: (in quell’incrocio) “si trovava un muro dove c’erano tre archi e nell’arco centrale troneggiava una fontana. Nella parte superiore era formata da un mascherone dalla cui bocca usciva continuamente un filo d’acqua (…) Nel 1988, durante la notte, ignobili ladri scalpellando tutto intorno al mascherone se ne impadronirono. Gli ascolani, specialmente quelli dei quartieri Piazzarola e Porta Cartara rimasero particolarmente addolorati dal fatto, tanto che fu promessa una ricompensa a chi l’avesse ritrovato, ma inutilmente (…) Nonostante il ritrovamento nessuno si preoccupò di riportarlo al suo posto (…) Ora, quando mi capita di passare davanti ai tre archi mi si stringe il cuoe vedendovi parcheggiate auto e solo il relitto di una parte della Fontana”.

Ci auguriamo che l’amministrazione comunale tenti di ripristinare la Fontana così come era inizialmente. Per gli ascolani, la signora Civita e anche Luigi Paracciani.


Copyright © 2024 Riviera Oggi, riproduzione riservata.