ASCOLI PICENO – Benvenuti nel XXI Secolo. Non più opere faraoniche, cattedrali nel deserto, verticismi: la parola d’ordine – e in quest’epoca in Italia sembra scontato – è Rete. Ecco il filo che lega Hub21 alla città di Ascoli così come all’intero Piceno ma anche alle Marche e all’Abruzzo: la rete, la compartecipazione di imprenditoria privata di piccola e media dimensione con le istituzioni e obiettivi di alta qualità.
Così è stato presentato questa mattina, nella sede dell’Unicam di Ascoli, Hub21, il nome assegnato al futuro Polo Tecnologico, Scientifico e Culturale che dovrà sorgere nell’area ex Carbon denominata Ascoli21, progetto di riqualificazione urbana.
Si è trattata di una presentazione assieme di sintesi e di rilancio: sintesi del lavoro fin qui svolto dall’Innovation Desk, rilancio perché da adesso in poi dalle analisi e dalle parole di passerà ai fatti.
Giuseppe Campanella, consigliere delegato di Restart, parla di Hub21 come “di un sogno di cui si parlava da 20 anni, possibile anche grazie alla spinta della Fondazione Carisap e che adesso ci chiama ad una sfida difficile ma entusiasmante: riqualificare un’area degradata e rilanciare lo sviluppo economico secondo canoni diversi rispetto a quello osservato in passato, poiché i fondi pubblici sono scarsi e occorre affidarsi agli investimenti privati”.
“Investiremo 3 milioni di euro, perché crediamo in questa iniziativa” ha aggiunto Franco Gaspari, presidente di Restart, società formata da Fondazione Carisap, Fainplast, Genera ed Emmetregi.
Ma cosa sarà Hub21 e come si è svolto fin’ora il processo?
Fabrizio Luciani e Giacomo Valentini della Partner Consul hanno illustrato gli incontri molto partecipati (circa 230 presenze) svolti fino ad ora: prossimo passo sarà quello della costituzione di una società di capitale Hub21 con un capitale di 500 mila euro, di cui 400 mila da aziende private e 100 mila pubblico. Si tratterà di una società di capitali con un consiglio di amministrazione di 7 delegati e un comitato scientifico di circa 20 componenti.
L’obiettivo è quello della creazione di un “ecosistema” di imprese favorevole all’innovazione strutturato in tre aree di business: formazione, incubatore d’impresa e servizi come marketing, fund rainsing, disponibilità laboratori. Il modello gestionale è flessibile: possono collaborare sia soci che clienti/fruitori, partner tecnico-scientifici che logistici.
Massima importanza sarà data priorità ad un progetto di accelerazione di impresa per il quale vi è già stata la firma di un Protocollo di Intesa tra Regione Marche e Provincia di Ascoli e consentirà, da qui al 2015, di selezionare start up innovative, utilizzando anche un fondo finanziario “rotativo” in fase di realizzazione da parte di Restart.
Inoltre altre opportunità per creare “l’ecosistema” dell’Hub21 vengono rintracciate nella potenzialità attrattiva già verificata riguardante attività imprenditoriali nelle Marche e nell’Abruzzo: “Ad esempio stiamo lavorando alla creazione di quella filiera della conoscenza e quel distretto culturale evoluto pensato e appoggiato dalla Regione Marche”. E a proposito di ecosistema, sarà ovviamente la green economy uno degli aspetti ai quali Hub21 si mostrerà più sensibile.
Un progetto, quello di Hub21, che non può essere circoscritto nei confini comunali di Ascoli né in quelli provinciali del Piceno, come ripetutamente hanno affermato molti degli intervenuti e come la presenza del rettore Flavio Corradini dell’Università di Camerino ha sottolineato: “Dall’Università massimo appoggio a queste iniziative”, ha detto, e riguardo i timori di taglio dei corsi riferiremo in altro articolo.
Un plauso ovviamente è arrivato dal sindaco di Ascoli Guido Castelli (“Una logica di aggregazione che ci trova partecipi”), dal presidente della Provincia Piero Celani (“Ci ho creduto già come amministrazione comunale dal 2004”) il quale rispondendo ad alcuni imprenditori ha evidenziato come “gli enti non si stanno tirando indietro e anzi sono subito dietro a Restart per creare le condizioni affinché ciò si verifichi. Parliamo di una intricata variante urbanistica che entro due mesi consentirà di utilizzare già uno degli stabili presenti nell’area di Ascoli21 e già fra due mesi, magari con TecnoMarche, garantire il primo insediamento nell’area. Inoltre attraverso la Fondazione Sgariglia-Dal Monte avvieremo presto il prestito d’onore per un capitale di 2 milioni da destinare alla micro-impresa”.
Diversi gli interventi seguiti alla presentazione: il presidente della Fondazione Carisap Vincenzo Marini Marini ricorda come “aderimmo subito a questa iniziativa in quanto non verticistica ma di natura orizzontale, e i primi passi dimostrano che quella intuizione è stata finora perseguita”, il presidente di Confindustria Ascoli Piceno Bruno Bucciarelli, un po’ critico (“Dobbiamo combattere contro la burocrazia, occorre al più presto passare ai fatti perché sono già passati anni e ancora non si vede nulla”).
Ma c’è un rischio: la sostenibilità economica dell’iniziativa. Ora, infatti, è il momento di fare gruppo con gli investimenti reali, perché per avviare Hub21 servono 1,5 milioni di euro tra investimenti e infrastrutture per i primi 2 anni, e 300 mila costi fissi tra stipendi e spese vive all’anno. Altro aspetto riguarda la bonifica dell’area ex Carbon: un’altra scommessa da vincere.
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Ma se un “aspetto” importante è “la bonifica dell’area ex Carbon:un’altra scommessa da vincere” come leggo in chiusura nell’articolo ed è vero, sono daccordo, ma non comprendo perché al confronto tra i candidati alle elezioni politiche del 24 e 25 febbraio sull’area Carbon quelli del PD, PDL e UDC non erano presenti? Tale confronto, molto interessante, è stato organizzato da Legambiente di Ascoli Piceno il 20 febbraio presso la sala della Libreria Rinascita di Ascoli Piceno.
Ma Celani, Presidente della Provincia di Ascoli Piceno, è stato il candidato del PDL o no? Non ho compreso perché ha preso la parola e subito è andato via per altri impegni come ha dichiarato. Perché ha fatto in modo che nessuno lo ha potuto impegnare a chiarire il livello della bontà dell’impegno pubblico su questo centro tecnologico che è di fondamentale importanza per il Piceno e anche oltre.
Faccio notare che comunque è stato criticato e non lui direttamente s’intende ma lui ha esposto risentimento e fastidio anche con un pizzico di durezza dialettica. L’oggetto della critica è stato la scarsa presenza pubblica in tutta l’operazione. Il nocciolo delle critiche sono state fatte dal Segretario della Cgil di Ascoli Piceno, sindacato che ha firmato il protocollo d’intesa nel 2005. Quindi parliamo di una persona ben informata.
Naturalmente niente toglie all’importanza del centro e atutti quelli che hanno collaborato ma c’è ancora da fare e speriamo che si facciano bene tutte le operazioni annunciate. Sarà la trasparenza delle operazioni in corso e delle scelte una caratteristica ordinaria? Speriamo di sì. Non vi è motivo per essere di opinione diversa ma bisogna vigilare. Fidarsi è bene non fidarsi è meglio.
Celani ha la capacità di non discutere in pubblico con nessuno! Che cosa è per lui la democrazia economica è che non bisogna disturbare chi governa. Un invito a tutti. Disturbiamolo!
Sarà difficile vincere questa sfida. Purtroppo Ascoli ha perso importantissimi treni che avrebbero portato ingenti finanziamenti pubblici: ha perso i circa 30 milioni per la riconversione delle aree industriali dismesse (i soldi che facevano capo al MiSE furono UFFICIALMENTE indirizzati verso L’Aquila da Berlusconi), ha perso i 10 milioni per la dotazione infrustrutturale dell’area (Piano delle Città del Ministro Passera). Senza finanziamenti pubblici la questione bonifica è improponibile. Sul Polo Scientifico qualcosa di più si può fare intanto… ma non è comunque semplice. Però è importante crederci perchè non è impossibile. Faccio i complimenti a chi si sta cimentando in questa sfida.