ASCOLI PICENO – Non ci sarebbe stato nessun rapporto sessuale completo, ma solo telefonate, sms e palpeggiamenti reciproci. Parlano le carte processuali, ora, per una ipotesi di reato gravissima, secondo cui l’uomo di 50 anni, ascolano, arrestato venerdì scorso dalla Squadra mobile di Ascoli Piceno, avrebbe “abusato delle condizioni di inferiorità fisica e psicologica di una infra-sedicenne, al momento dei fatti”; reato derubricato in violenze sessuali, che potrebbe costare all’ascolano una pena compresa tra i 5 e i 10 anni di reclusione. In sostanza, avrebbe incalzato mentalmente la figlia di un suo amico di famiglia, nonostante fosse stato a conoscenza dei suoi problemi psicologici.
L’uomo, sentito questa mattina dal Gip Carlo Calvaresi, pur avendo ammesso di averle inviato centinaia di Sms, nega, però, che tra loro si sia mai consumato un rapporto sessuale completo. Secondo gli atti d’accusa, il 50enne ascolano, in più occasioni, per circa tre mesi, avrebbe indotto telefonicamente la quattordicenne, figlia di un amico di famiglia, a compiere atti sessuali, chiedendole di toccarsi le parti intime e di raccontare alcuni particolari. Il Pm, Umberto Monti, contesta, inoltre, all’indagato episodi di palpeggiamenti reciproci, consumati nella sua auto in un luogo appartato.
Una storia dai contorni torbidi, venuta alla luce grazie al racconto della ragazzina alla propria assistente sociale, la quale ha poi denunciato la cosa all’autorità giudiziaria. Da li è partita l’inchiesta dalla Squadra Mobile di Ascoli Piceno, con tanto di intercettazioni telefoniche che hanno evidenziato continui contatti telefonici tra i due, fatti di sms, e semplici squilli. Messo di fronte alle proprie responsabilità, e incalzato più volte dal pm, l’uomo ha ammesso di averle inviato centinaia di sms e di averle fatto delle lievi avances, ma senza mai arrivare ad un rapporto sessuale completo.
Tra gli indizi di colpevolezza a carico dell’indagato, anche alcuni fogli rinvenuti dai genitori della minore, sui quali era descritto ciò che accadeva tra i due, e una consulenza tecnica psicologica che giudica attendibile il racconto della ragazzina.
L’avvocato difensore del cinquantenne ascolano, Umberto Gramenzi, ha chiesto gli arresti domiciliari e il giudice si è riservato qualche giorno per decidere.
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