ASCOLI PICENO –E’ ripreso oggi pomeriggio, 15 aprile, il processo relativo all’inchiesta sulla morte di  Olsi Feracaku, 22 anni, di nazionalità albanese, ucciso durante conflitto a fuoco con i Carabinieri, l’8 maggio del 2009. Dopo il giuramento del perito, Paride Minervini,  che entro 60 giorni presenterà i risultati della perizia balistica finalizzata a stabilire da quale arma è stato esploso il proiettile che ha ucciso il ventiduenne albanese, sono stati ascoltati una decina di testimoni oculari.

Il tragico episodio avvenne a Sant’Angelo di Castignano. Era l’alba dell’8 maggio, quando il centralino del 112 venne allertato da una segnalazione relativa ad un furto commesso in un’abitazione della zona. Una pattuglia dei Carabinieri si mosse subito,  e venne allestito un posto di blocco sulla statale castignanese 73 per cercare di sbarrare la strada ad un veicolo, con a bordo 4 uomini di nazionalità albanese, ritenuti essere gli autori del furto avvenuto poco prima.

La gang, però, finita nel mirino dei militari anche per altri colpi messi a segno nei giorni precedenti in altre zone della vallata,  durante la fuga, speronò l’auto dei due militari. Nell’impatto rimase ferito lievemente il brigadiere capo pattuglia.

Ne seguì un conflitto a fuoco, in cui perse la vita Olsi Feracaku, 22 anni, che era alla guida del veicolo. Secondo la ricostruzione della Squadra Mobile di Ascoli, sarebbero stati esplosi cinque colpi dalle pistole di ordinanza dei due Carabinieri. Successivamente al tragico episodio, si susseguirono varie tappe processuali, caratterizzate da perizie e sopralluoghi tecniciper stabilire l’esatta dinamica dei fatti. Sotto accusa per omicidio colposo, il capo pattuglia che intervenne quella notte.

Contrariamente a quanto richiesto dal Pm, Umberto Monti, che avanzò l’ipotesi di convertire il reato ad omicidio volontario con dolo, nel gennaio del  2011, il Gup del Tribunale di Ascoli, Rita De Angelis, prosciolse il Militare accusato di aver sparato Feracaku, uccidendolo, perché il “fatto non costituì reato”, in quanto ritenuto legittimo l’utilizzo delle armi.

Il processo proseguirà il prossimo 13 maggio, in cui verranno sentiti altri testimoni.

 


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