MILANO – Tegola per l’ex premier Silvio Berlusconi. Al processo Ruby, il leader del Pdl è stato condannato in primo grado a sette anni per i reati di concussione e prostituzione minorile. I giudici della quarta sezione penale del tribunale di Milano hanno accolto tutte le richieste della procura portando la pena complessiva ad un anno in più delle richieste del pm Ilda Boccassini.
Per Berlusconi è arrivata anche l’interdizione perpetua dai pubblici uffici.
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Nel giorno in cui un Ministro si è giustamente dimesso per presunte irregolarità edilizie, togliendo il il Governo e quindi il Paese dalla gogna mediatica e dal sospetto che persone con grandi responsabilità amministrative, siano le prime a violare le leggi, un leader di partito, ex Presidente del Consiglio, condannato per la terza volta, non solo non accenna minimamente a fare un doveroso passo indietro, ma vuole delegittimare un istituzione della Democrazia come la Magistratura, portando la Politica al muro contro muro con essa e violando il principio di leale collaborazione che deve esistere tra i poteri democratici.
La cosa più imbarazzante e allo stesso tempo più sconvolgente, non è lo “scudo umano” che si è stretto intorno alla figura dell’ex Premier, formato prevalentemente da persone che devono molto a quest’ultimo, sia in termini economici sia in termini di prestigio o di cariche “elettive”, ma è la totale indifferenza della metà del Governo, ovvero quella targata PD.