ASCOLI PICENO – Tutto sommato è stato poco, due anni. Eppure sono stati due anni ricchi di emozioni, dove lui e la tifoseria, nella buona e nella cattiva sorte, hanno sempre mantenuto un rapporto di stima reciproca. Maurizio Peccarisi lascia l’Ascoli Calcio con il quale era legato dall’agosto 2011 e lo fa nel modo che non avrebbe mai voluto: dopo aver regalato tanta grinta alla causa del Picchio, con 68 presenze e un gol (2-1 a Crotone nel 2011), infatti, la società non s’è fatta più sentire, facendogli, così, capire di non volergli rinnovare il contratto. Lui, come ci ha spiegato in questa intervista che riassume la sua avventura sotto le Cento Torri, non esclude un ‘ritorno di fiamma’. Intanto, eccolo ripercorre con PicenoOggi gli ultimi due campionati.
Maurizio, pare ufficiale: non vedremo più il ‘PeccaStyle’ al ‘Del Duca’?
“Cosi sembra. Dalla fine del campionato non ho sentito più nessuno della società. Sono stati un pò distaccati e per questo credo che abbiano altri programmi. Poi forse mi chiameranno tra un pò, anzi lo spero. Ma da come stanno andando le cose penso che non succederà“.
Eppure eri tra i beniamini dei tifosi, con i quali hai sempre mantenuto un buon rapporto.
“Con l’ambiente mi sono trovato non bene, benissimo e sarei rimasto volentieri. Ho sentito gesti d’affetto della gente, ovvero ciò che in campo ti permette poi di dare qualcosa in più. Ho passato due anni belli, anche se il secondo è stato abbastanza ‘sfigato’ per come è finito”.
Quindi un pizzico di delusione per il mancato rinnovo c’è…
“Ora sono tranquillo, perché ho sempre fatto quello che mi veniva chiesto. Anzi, non so se qualcun’altro con un contratto in scadenza e un infortunio come il mio avrebbe accelerato i tempi pur di rigiocare le ultime partite. Peccato perché ad ottobre mi dicevano: ‘Ora rinnoviamo, ora rinnoviamo’, ma io rispondevo che non c’era fretta, che mi ero impegnato per un anno, ma che se avessero voluto sarei rimasto, senza troppe parole. Con la retrocessione deve essere cambiato qualcosa, l’intenzione deve esserci da entrambe le parti”.
Cosa è successo in quel tremendo finale di stagione?
“Nella prima parte del torneo abbiamo fatto, forse, più punti di quelli che corrispondevano al nostro reale valore. Da lì in poi abbiamo pagato i nostri difetti. Le cause sono state tante: il mercato di gennaio ci ha un po’ indebolito e, tra infortuni, che toglievano ad un’organico giovane gente esperta come, ad esempio, me e Soncin, e assenze varie, la squadra ne ha risentito parecchio anche dal punto di vista numerico, visto che alla fine hanno giocato sempre gli stessi“.
A fine anno, poi, gli ‘allenamenti punitivi’,dove, però, non tutti erano presenti.
“Facciamo un lavoro ben retribuito e la società credo che abbia sfogato verso di noi la rabbia per un’inaspettata retrocessione. Alla fine, però, non c’è stato niente di esagerato: ci hanno solo fatto lavorare nei giorni per i quali era previsto che lo facessimo“.
Tornando agli ultimi mesi, i tifosi si sono sentiti ‘traditi’ in particolar modo da due giocatori: Zaza e Fossati.
“Io credo che qualcuno, come Zaza, ad un certo punto si sia sentito appagato di quello che ha fatto vedere all’inizio, e negli ultimi mesi non ha dato quello che doveva. Se si è spaccato il gruppo? Diciamo che bisogna essere uomini prima che calciatori e se senti delle squadre importanti affiancate al tuo nome cominci a distrarti. Zaza come uomo poteva fare molto di più. Fossati, invece, a mio avviso si è sempre impegnato e a vent’anni ci sta di sentire troppo la pressione“.
Tornando a te, qualcuno spiega che il tuo mancato rinnovo sia legato al fatto che Pergolizzi vorrà giocare con la difesa a quattro.
“Voglio sfatare una diceria: nella mia carriera ho sempre giocato a quattro e non capisco chi dice che non possa farlo. Quando arrivai ad Ascoli avevo saltato la preparazione con Castori e nei primi mesi, come chiunque avrebbe fatto al mio posto, ho sofferto il ritardo di condizione. Peccato che quei primi mesi coincisero con il periodo negativo che portò al suo esonero. Poi, arrivato Silva, abbiamo cominciato a giocare a tre“.
A proposito di esoneri. Quanto ha pesato quest’anno quello di Silva in una fase delicata del torneo?
“Essendo tra i più esperti, la dirigenza in quei giorni mi chiese cosa ne pensassi. Risposi chiaramente che, secondo me, il mister non doveva essere esonerato. Buono o no, avevamo un certo equilibrio in campo che, poi, abbiamo smarrito con i cambi di panchina. Tuttavia… ”
Tuttavia?
“… non ho nulla contro Pergolizzi. Anzi, ho stima di lui e credo che l’Ascoli con lui stia in ottime mani. In quelle poche settimane aveva dato già nozioni importanti. Ora, con la possibilità di partire dall’inizio, può fare molto bene“.
Altra storia che circola: pare che avesse stravolto completamente i carichi di lavoro in quelle settimane.
“Beh, posso rispondere semplicemente che quando mi parlò la prima volta mi chiese solo di essere disponibile il sabato per la partita. Il resto, come la storia dei gradoni e del mio ginocchio, sono solo chiacchiere. Io neanche li feci i gradoni!”
Il tuo ex ds, Paolo De Matteis, intanto, da stasera sarà ufficialmente team manager del Napoli.
“E io gli auguro di fare bene. Credo che quest’anno abbia avuto un ruolo non facile, viste le poche risorse a disposizione. Ma, nonostante fosse alla prima vera esperienza da direttore sportivo, è riuscito a portare giovani interessanti“.
Un saluto ai tifosi bianconeri.
“Lo faccio con tanto affetto, lo stesso che mi hanno regalato in questi anni. Con me sono stati sempre fantastici e auguro loro una pronta ripresa, già da quest’anno perché il loro calore merita un palcoscenico come la serie B. Spero che la società possa far tornare l’entusiasmo attorno alla squadra”.
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