ASCOLI PICENO – Qualcuno si è avvalso della facoltà di non rispondere. Qualcun altro, ha respinto le accuse al mittente. Un paio di indagati, invece, hanno ammesso di aver rubato del rame, ma solo una volta nella loro vita. Questo, in sostanza, il bilancio della lunga giornata degli interrogatori di garanzia, avvenuti ieri davanti al Gip, Giuliana Filippello. Ma l’accusa mossa contro 14 persone (2 di loro tutt’ora ricercate), per la maggior parte romeni, parla di associazione a delinquere: una vera e propria banda che sarebbe colpevole di aver razziato rame tra le zone di Ascoli, Macerata e Teramo.

Il 42enne N. Moldoveanu, difeso dall’avvocato Umberto Gramenzi, già ai domiciliari, ha ammesso solo il furto del maggio scorso, ma ha escluso categoricamente la sua appartenenza alla banda. Le stesse dichiarazioni sono state rese al Gip dal 28enne Palea I. e dal 36enne C. Pascal, assistiti dall’avvocato Elisabetta Pietracci, che, come Moldoveanu, hanno ammesso solo il furto compiuto nel maggio scorso.

Scena muta, invece, per i due 26enni ascolani, S.Morganti, difeso da Mauro Gionni, e D.Alfonsi, difeso dall’avvocato Felice Franchi. L’altro ascolano, Celani P., difeso dall’avvocato Stefano Pierantozzi, ha respinto ogni addebito, così come il 20enne, I.M. Clapon, anch’egli assistito dall’avvocato Gramenzi, ha respinto l’accusa di associazione a delinquere, ammettendo, però, di essere responsabile solo del furto di tre mesi fa.

La brillante operazione, denominata Aur Rosu, ingaggiata dai militari del Nucleo Operativo della Compagnia Carabinieri di San Benedetto del Tronto, si è conclusa tre giorni fa, con l’impiego di almeno 50 Carabinieri che hanno fatto scattare le manette a tutti i componenti della banda. 7 dei 14 indagati, erano, invece, già stati fermati lo scorso 2 maggio, quando vennero colti in flagranza di reato subito dopo il furto di circa 30 quintali di cavi di rame da un sito fotovoltaico nella zona di Cesolo di San Severino Marche.


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