VILLA PIGNA – Special guest della terza edizione del Villa Pigna Blues Festival organizzato il 31 luglio dall’assessorato alla Cultura del comune di Folignano, con la collaborazione dell’Associazione Defloyd e la Direzione Artistica di Break Live Music, Scott Henderson, nel suo americano meravigliosamente scandito, racconta di sé e della sua storia fatta di jazz, di blues, di due album con i Vital Tech Tones (al basso Victor Wooten e alla batteria Steve Smith), e di creazioni fusion con i Tribal Tech (al basso Gary Willis, alla batteria e alla voce Kirk Covington e alle tastiere Scott Kinsey).

Sei un musicista rock/blues. Come mai il tuo primo album era jazz?

Suono differenti tipi di musica, non mi piace essere catalogato come musicista caratterizzato da uno stile in particolare; il mio primo album era jazz perché suonavo con una band jazz fusion. Comunque mi sento a mio agio suonando sia il jazz che il blues, per me è uguale. Entrambi esprimono me stesso ed i miei sentimenti.

Il blues è popolare in America?

Non realmente. Devo dire che forse lo è più del jazz ma in definitiva quello che è popolare in America sono il pop e il rock mentre il blues rientra ancora nella musica underground ed eclettica, non commerciale; il blues era più diffuso negli anni 70 con i Led Zeppelin e le altre band; questi gruppi lo hanno reso molto popolare. La verità è che i musicisti neri hanno inventato il blues negli anni 40 e non erano affatto conosciuti; intendo dire che lo erano ma solo nelle comunità nere, in quelle afro – americane; successivamente le band come i Led Zeppelin hanno copiato Muddy Waters e gli altri musicisti neri: non hanno inventato il blues ma fondamentalmente l’hanno ripreso dai musicisti di colore a loro antecedenti; molti gruppi come i Rolling Stones o queste band anni 70 sono stati influenzati dalla black music e tutti questi gruppi, diventando popolari in America, hanno contribuito a rendere popolare quegli originari musicisti neri cosicchè oggi ogni americano sa chi è Muddy Waters. Però devo dire che la musica blues non è mai diventata popolare come Lady Gaga o Madonna o altri artisti di quel genere.

Perchè il blues, come il jazz non è trasmesso molto alla radio?

Ѐ tutta una questione di soldi e pubblicità: i pubblicitari pagano perché la musica sia trasmessa nei programmi più ascoltati; in televisione e alla radio la musica più popolare è quella pop così il jazz e il blues continuano a restare underground perché non sono sostenuti da un grande giro di affari e dalla radio commerciale. Ѐ triste perché penso che tutti i generi musicali meritino lo stesso spazio in radio. Non è una bella situazione.

Quali sono i paesi maggiormente interessati alla tua musica?

La situazione è migliore in Europa, Sud America, Asia perché le persone lì hanno una mentalità più aperta e possono apprezzare tale tipo di musica. Questo è il motivo per cui io sono qui e tutti i musicisti blues si spostano da queste parti.

Come mai ad un certo punto hai deciso di insegnare musica?

Non è stata propriamente una decisione. Sono stato un insegnante dal momento in cui ho avuto la mia prima chitarra: sono vissuto in un vicinato di chitarristi così ogni volta che imparavo qualcosa dall’album dei Led Zeppelin la mostravo al mio amico e lui a sua volta a qualcun altro; è sempre stato tutto un insegnare ed un imparare ed io ero uno studente ed ero un insegnante e sono ancora uno studente e sono ancora un insegnante, non è cambiato niente da quando ero un bambino. Ora mi pagano per farlo, è questa l’unica differenza, ed è fantastico.

Tu suoni la chitarra, tua moglie suona il piano classico. E tua figlia?

Anche lei suona il piano ma principalmente ama pattinare sul ghiaccio e dipingere. Le piace la musica ma non penso voglia diventare una musicista; se vorrà farlo per me va bene ma non voglio forzarla perché quelli attuali sono tempi duri per i musicisti. E poi non voglio che diventi povera come me!


Copyright © 2024 Riviera Oggi, riproduzione riservata.