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Riprese e montaggio Vincenzo Ingiulla
Intervista Pier Paolo Flammini
ASCOLI PICENO – A seguito della conferenza stampa odierna dei vertici di Restart abbiamo sentito i pareri del presidente Franco Gaspari e del Presidente della Fondazione Carisap Vincenzo Marini Marini, fondazione che è titolare del 15% delle quote di Restart.
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Hubris, o hybris, è un termine del greco classico. La sua traduzione letterale è “eccesso”, inteso come superbia, prevaricazione, orgoglio. Nelle tragedie greche indica il peccato commesso dall’uomo che non sa riconoscere i suoi limiti e si sente uguale o superiore agli Dei, ignora temerariamente le loro leggi e alla fine vede punito il suo orgoglio. Lo stesso termine è stato poi utilizzato in contesti diversi, a indicare sovrastima delle proprie capacità, sentimenti di onnipotenza, atteggiamenti narcisistici, specie da parte delle persone che sono in posizioni di potere.
Ma c’è chi ha voluto identificare con il termine “hubris” una vera e propria sindrome psichiatrica, una forma di disturbo del comportamento affine a quelle patologie della personalità comprese nel cosiddetto “cluster II o drammatico” della nosografia americana, in particolare comprendente i disturbi istrionico, narcisistico e antisociale del D.S.M. IV.
Un medico, esperto in psichiatria, egli stesso attivo politicamente, che è stato leader del Partito Social Democratico inglese, Lord David Owen, ha descritto tra i primi un tale tipo di sintomatologia, sotto il nome appunto di “sindrome hubris”, una forma clinica che può trasformare primi ministri e presidenti in despoti o gettare banchieri, senza limiti d’orgoglio e inclini alle più temerarie speculazioni, rovinosamente nelle braccia di Nemesi. Per Owen, che ha dedicato all’argomento un libro ed alcuni articoli scientifici, di cui il più recente sulla rivista “Brain”, la sindrome hubris sarebbe caratterizzata da comportamenti arroganti e orientati a presunzione, che si accompagnano a una preoccupazione maniacale per la propria immagine, e si svilupperebbe nel corso di una prolungata gestione del potere.
Per parlare di ”sindrome hubris”, secondo lord Owen, devono essere presenti almeno tre o quattro sintomi di una serie di quattordici, come ad esempio: «Predisposizione a compiere azioni che mettano se stessi in buona luce; esagerata preoccupazione per la propria immagine ed il proprio aspetto; modo messianico di parlare di ciò che si sta facendo e tendenza all’esaltazione, nei discorsi e nel modo di fare; tendenza a parlare di sé in terza persona, fiducia eccessiva nei propri giudizi, con scarsa considerazione per i consigli e le critiche degli altri; una fiducia eccessiva in se stessi e nelle proprie opinioni, perdita di contatto con la realtà, spesso associata a un progressivo isolamento».
Se il principale fattore di rischio è il potere, fattori protettivi sono l’umiltà, il senso dell’humour, l’autocritica e l’autocontrollo e la disponibilità ad ascoltare i suggerimenti di persone vicine che non hanno paura di manifestare le loro critiche.
La patogenesi di questa sindrome, secondo lord Owen, comprende un set di fattori predisponenti geneticamente determinati, che interagiscono con fattori ambientali. La sua neurobiologia sarebbe legata ai circuiti neuronali che utilizzano dopamina, noradrenalina e serotonina come mediatori chimici nel cervello.
Questa sindrome rappresenta dunque una specie di “intossicazione da potere” e può risolversi quando la persona non esercita più il potere.
Non esistono cure mediche per questa sindrome, ma è possibile una riabilitazione che rinforzi l’effetto dei fattori protettivi.