ASCOLI PICENO – Secondo i giudici della Corte d’Appello dell’Aquila Salvatore Parolisi ha sempre mentito. Fin dal primo momento, sulle mosse della moglie, sulla sua relazione con Ludovica, sulla realtà del rapporto con Melania. Queste sono le ragioni per le quali il caporalmaggiore dell’esercito è stato condannato a trent’anni.  Salvatore non era a Colle San Marco il giorno in cui Melania scomparve nel nulla. Il 18 aprile del 2011 Parolisi, con sua moglie e la piccola Vittoria, andò in auto nel bosco di Ripe di Civitella e qui, dopo una lite, uccise la consorte a coltellate. Da li seguirono i numerosi depistaggi. Per i giudici si tratta di “dolo d’impeto”.

Motivazioni che lasciano molto perplessi gli avvocati della difesa, Valter Biscotti e Nicodemo Gentile, già al lavoro per presentare ricorso in Cassazione.


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