ASCOLI PICENO – La Cgil Funzione Pubblica contesta la situazione che si è verificata nel “Piceno Consind“, l’ex nucleo industriale appesantito da una vicenda debitoria – anche se l’attuale presidente Luigi Merli, da noi ascoltato prima del Natale, ci ha fatto notare come il monte debiti sia diminuito negli ultimi due anni da circa 37 a 29,5 milioni di euro.

Francesco Vagnoni della Cgil non risparmia critiche: “Si è compiuto l’ultimo atto della telenovela del Piceno Consind; con consolidata maestria e con facce da paracarro i politici nostrani, che niente hanno da invidiare a quelli nazionali, hanno addossato la colpa della nefasta gestione del Consorzio, che negli anni hanno disossato e spolpato, ai dipendenti, prevedendo, oltre alla messa a part-time di tutti, nientemeno, in un momento come questo, il licenziamento di tre figure“.

“Sì, i giovani rampanti della politica locale, giovani che si permettono di giudicare, di fare la morale ai dipendenti del Piceno Consind, hanno deciso, nell’assemblea del 20 dicembre 2013, di riorganizzare la dotazione organica dell’Ente – scrive Vagnoni – Visto che la responsabilità era troppo grande, sospendono la seduta dell’assise poi, tra sorrisi e battute, decretano il destino di 15 famiglie, senza nessun confronto con le Organizzazioni Sindacali, decidono e approvano per il bene del paese”.

Continua: “La Fp-Cgil si chiede perché gli errori, i debiti e le incapacità degli Amministratori, che si sono succeduti negli anni, devono ricadere sui lavoratori? La Fp-Cgil in questi anni è stata sempre vicina all’Amministrazione in modo positivo e propositivo, al fine di salvaguardare i lavoratori e scongiurare la chiusura dell’Ente, a volte si è addirittura sostituita all’incapacità della politica. Abbiamo più volte cercato un tavolo d’incontro con i soci del Piceno Consind, purtroppo ogni tentativo è risultato vano, tutte le volte, solo in pochissimi hanno raccolto l’invito, contrariamente sono stati numerosi, puntuali e precisi all’Assemblea che ha determinato l’infausta condanna dei dipendenti. Tutto si è consumato senza il minimo accenno a nuove competenze e nuove missioni dell’Ente, senza un piano di rinnovamento al servizio del territorio, senza un programma di sviluppo, è facile presagire che la manovra di risparmio a carico dei dipendenti decisa solo su meri conti ragionieristici, si ripresenti inevitabilmente anche nel 2014″.

Termina quindi Vagnoni: “Le chiusure di ditte, i ricorsi alla cassa integrazione, la mobilità, che nel Piceno nell’ultimo anno hanno raggiunto cifre da capogiro e la recessione nella provincia di Ascoli Piceno, vanno combattute utilizzando tutti gli strumenti presenti sul territorio, tutti i soggetti che possono attivare soluzioni, come il Piceno Consind, che ha dato tanto allo sviluppo industriale del territorio, hanno l’obbligo di avviare processi di innovazione e attualizzazione per la propria e l’altrui sopravvivenza. Ai nostri colleghi del settore privato, che ci accusano di privilegi, diciamo che non è certamente un vantaggio per nessuno se il pubblico arretra e che la colpa di questo disastro non è né del lavoratore privato né di quello pubblico ma esclusivamente della incapacità politica locale, regionale e nazionale”.

“Per ultimo, ma non ultima come responsabilità, l’assenza della Regione Marche che non è intervenuta nella questione, pur avendone pieno titolo, su un consorzio obbligatorio costituito con una legge Regionale, per la salvaguardia di un Ente con la vocazione a dare a questo territorio una prospettiva di futuro” è l’amaro finale.

 


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