ROCCAFLUVIONE – La comunità del Capoluogo Marsia reagisce. Venerdì 17 gennaio è stata convocata un’assemblea pubblica al Centro Anziani della località nel comune fluvionese, durante la quale si è discusso ampiamente delle conseguenze che la firma del Protocollo d’intesa fra il comune di Roccafluvione e quello di Venarotta genererà sul plesso scolastico del primo: la chiusura.

All’assemblea, ravvivata dalla presenza di numerosi cittadini, non hanno partecipato il sindaco e la giunta comunale di Roccafluvione. A dimostrazione dell’interesse attirato dalla vicenda ci sono ben 850 firme raccolte dal comitato contro la costruzione del nuovo Polo Scolastico di Capodipiano, che saranno presto consegnate dai membri del comitato al comune.

Scopo del “No Plesso Scolastico Capodipiano” è quello di far ritirare il comune di Roccafluvione dal protocollo d’intesa e creare le condizioni per migliorare la struttura scolastica già esistente in via Leopardi “che pur avendo bisogno di diversi interventi di manutenzione non versa assolutamente in stato di pericolosità” – si afferma nel comunicato stampa diffuso dal comitato.

Il presidente Dario Tomassetti ha motivato le ragioni del suo impegno in difesa della scuola del Capoluogo Marsia; una battaglia che porta avanti in veste di genitore e che deve essere lontana da strumentalizzazioni partitiche o elettoralistiche. Il Vicepresidente Vitelli ha relazionato invece sugli aspetti tecnici riguardanti il bando con cui è stato finanziato il Plesso di Capodipiano, mostrando le quote di compartecipazione dei vari enti sostenitori: un primo stralcio di 1.730.000 euro in cui Roccafluvione dovrà garantire la propria quota di autofinanziamento stimata intorno ai 248.000 euro, mentre, come ribadito più volte  dai rappresentanti del Comitato,  i costi per la riqualificazione e definitiva messa a norma del Plesso di Via Leopardi non supererebbero comunque le 220.000.

Guido Ianni, insegnante e consigliere del comitato, ha parlato delle deroghe montane previste dal DPR 81 del 2009 che permettono agli attuali plessi di Roccafluvione e Venarotta di formare classi anche con soli 10 alunni. deroghe che si perderebbero con l’accorpamento in un unico plesso che si trova tra l’altro fuori dal territorio comunale di Roccafluvione in una zona in aperta campagna senza servizi legati alla scuola e che dista più di 2.5 km dal capoluogo.

Un altro consigliere, Alfonso Giuliani, si è soffermato sull’importanza economica, sociale e culturale di mantenere la scuola nel capoluogo, ormai l’unico collante sociale di una piccola comunità che gode di un vantaggio geografico di cui il sindaco non tiene assolutamente conto e che consiste nella centralità del capoluogo di Roccafluvione.

“La nostra battaglia – si conclude il comunicato – è sostenuta da un comitato che, dopo il successo di venerdì, non ha intenzione di cullarsi sugli allori ed andrà avanti finché non avrà raggiunto l’obiettivo di mantenere le scuole nel capoluogo di Roccafluvione e che non cercherà di fare pressioni solo sul proprio comune, ma di instaurare un dialogo con tutti gli enti superiori tra cui la stessa Regione a cui verranno inviate le firme in cui i cittadini dichiarano il loro “NO” a Capodipiano e la volontà di uscire da questa scelta insensata.”

 


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