SAN BENEDETTO DEL TRONTO – “Ne resterà soltanto uno”, avvisava Christopher Lambert in “Highlander”. Ad Offida devono averlo preso in parola, considerando l’unico partecipante registrato in occasione del congresso regionale del Pd. Un voto per Francesco Comi, conteggiato in fretta e furia e comunicato celermente al coordinamento provinciale del partito.

Missione compiuta per chi aveva predisposto il boicottaggio dell’appuntamento. Il sindaco Valerio Lucciarini e l’onorevole Luciano Agostini, molto influenti in paese, avevano sposato la candidatura di Luca Ceriscioli, escluso in virtù dell’applicazione dell’articolo 8 dello Statuto dei democratici, che nega l’elezione alla segreteria regionale a chi ricopre già la carica di primo cittadino in una città capoluogo.

O lui o nessun altro. E così è andata. I segnali della vigilia non erano stati incoraggianti: dai cinque seggi attivati in occasione delle primarie dell’8 dicembre scorso, si è scesi clamorosamente ad uno, situato all’interno degli spogliatoi del campo sportivo.

Dispetti plateali che testimoniano il clima di alta tensione in atto. Ad Acquaviva l’unico circolo adibito a ricevere gli elettori è stato chiuso addirittura alle 16, quattro ore prima del termine prestabilito. Qui sono state 24 le preferenze per Comi, 8 quelle per Fioretti.

A Grottammare il neo-segretario ha incassato 59 voti contro i 6 dello sfidante. Ed ancora, a Monteprandone è finita 112 a 1, a Ripatransone 15 a 6 e a Spinetoli 146 a 6.


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