ASCOLI – Le Acli plaudono al provvedimento che abroga il decreto di reato di  clandestinità.

“Accogliamo con molta soddisfazione l’abolizione del reato di clandestinità – dice il presidente delle Acli di Ascoli Piceno Emidio Cecchini – che ci sembra un atto di civiltà dovuto relativamente a una disposizione di legge che, a nostro avviso, sarebbe dovuto essere abrogata il giorno successivo a quella in cui è stata introdotta. Infatti, la sua istituzione ha avuto effetti estremamente negativi per il processo d’integrazione degli immigrati soprattutto perché ha contribuito a inquadrare il fenomeno migratorio solo come una questione di sicurezza, rafforzando l’equazione immigrato = criminale. Inoltre come diversi rapporti hanno evidenziato, tale normativa ha avuto conseguenze negative per gli apparati amministrativi, giudiziario e di pubblica sicurezza, che in questi anni hanno dovuto sopportare lungaggini indescrivibili e un carico pesante in termini di costi e di risorse. Ci auguriamo che questo provvedimento rappresenti solo il primo passo verso una seria revisione della normativa sull’immigrazione che sostenga una nuova prospettiva interculturale per l’Italia per ristabilire la giustizia rispetto al tema dell’immigrazione e degli immigrati e aiutare a vedere il fenomeno migratorio, pur nella sua drammaticità, come un’opportunità e una risorsa e non problema di sicurezza”.

Claudio Bachetti, vice presidente delle Acli di Ascoli, aggiunge: “Speriamo che a questo primo provvedimento ne seguano altri che prevedano in particolare la chiusura dei Centri di Identificazione ed Espulsione (Cie), la riforma della normativa sulla cittadinanza, specie per i figli dei cittadini stranieri presenti in Italia, la riforma della normativa sui richiedenti asilo e rifugiati e il riconoscimento ai migranti del diritto di voto nelle consultazioni elettorali locali”.

“L’adeguamento della normativa in questa direzione – concludono Cecchini e Bachetti – permetterebbe anche di rafforzare e supportare le numerose iniziative socio-educative che la società civile già realizza sul territorio per creare una società più giusta, accogliente e fraterna, nonostante la carenza di mezzi e, in alcuni casi, come accade nel comune di Ascoli, l’insensibilità e la scarsa lungimiranza dei rappresentanti delle amministrazioni locali”.


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