CASTIGNANO – Una vetrina che apre, però, una finestra tutta nuova. È questo il responso che si può raccogliere dal primo degli eventi di “Piceno Senso Creativo”, dedicato all’anice verde di Castignano. Proprio nello scorso fine settimana, dal venerdì alla domenica, si è svolto infatti il primo appuntamento con “Anis, festival dell’anice verde di Castignano”, che ha richiamato un numeroso e competente pubblico ma che, soprattutto, ha consentito all’anice verde, peculiarità tipica del territorio castignanese, di aprirsi alla comunicazione e ai mercati e di compiere definitivamente quel passo che, dalla tutela del prodotto, sta portando alla sua imposizione nel mercato.
“Siamo molto soddisfatti – spiega Sergio Corradetti, rappresentante dei produttori dell’anice verde di Castignano – Per noi questa è stata una opportunità importante, con convegni di approfondimento, interesse notevole dei visitatori e della cittadinanza, approvazione da parte di enti come Assam, Regione Marche e Università di Camerino. Il nostro obiettivo è di fare di Castignano una piccola Provenza: ed essere inseriti nel circuito di Piceno Senso Creativo ci consente di dare un respiro più ampio ai nostri sforzi”. Grazie ad un finanziamento del Gal Piceno, infatti, si svolgeranno una serie di appuntamenti per rafforzare la produzione enogastronomica di qualità: nei prossimi mesi si svolgeranno incontri simili ad Acquaviva Picena, Force, Monterubbiano, Ripatransone e Montedinove.

“In questo periodo è in corso un dottorato di ricerca sulle qualità dell’anice verde, grazie all’interessamento del docente di Scienze del Farmaco Filippo Maggi, presente in questi giorno ad Anis. Inoltre l’Assam da anni ci sta appoggiando per salvaguardare il seme” continua Corradetti. Così, nei tre giorni del festival, tra degustazioni e laboratori, l’anice verde si è definitivamente mostrato al pubblico. E pensare che dieci anni fa la sua coltivazione era oramai quasi abbandonata, e soltanto una famiglia di coltivatori, quella di Luigi Villa, continuava a destinare del terreno a questa eccellenza. Grazie all’interesse dell’Assam, si è avviato un percorso di “agricoltori custodi”: per alcuni anni in quattro aziende agricole hanno detenuto parte dei terreni per l’anice verde. Fino alla riscoperta degli ultimi tempi.

“Possiamo dire con orgoglio che oltre ai ‘custodi’ iniziali, sono ora altri 13 i coltivatori che fanno crescere l’anice: e con orgoglio notiamo che la maggior parte sono giovani” precisa Corradetti. Certo, si tratta di una produzione ancora bassa, ma in crescita e capace di intercettare una domanda crescente: “L’esperienza di Castignano servirà a tutta l’agricoltura picena per capire come occorra reinventare l’agricoltura: non più puntare su prodotti dove i prezzi sono regolati dai mercati internazionali e quindi a poca rendita, ma cercare di lanciare prodotti unici ed esclusivi” è la conclusione di Corradetti.

Intanto la tre giorni di Castignano consentirà anche di avere un notevole ritorno mediatico: grazie a Luca Marcelli di Terre del Piceno una pattuglia di “food blogger” recensirà le peculiarità di Castignano nei loro blog, mentre con Piceno Senso Creativo il portale YouPiceno.it e i social network hanno lanciato nella rete immagini e fotografie relative all’anice verde.

Prossimo passo per quanto riguarda l’anice verde sarà l’imminente costituzione di una associazione e il lancio di un marchio di eccellenza.


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