ASCOLI PICENO – “La sensazione che prevale oggi è la rabbia. Stiamo ancora aspettando che si compia il cambiamento e che si facciano le riforme che servono. Per alcuni c’è anche rassegnazione.”

Così il presidente di Confindustria Ascoli, Bruno Bucciarelli, illustrando la relazione che ha aperto i lavori dell’Assemblea degli industriali piceni e celebrando il 70° anniversario della fondazione di Confindustria Ascoli, nata il 21 dicembre 1944 per volontà di: Emilio Pignoloni, Giuseppe Matricardi, Giovanni Chiesa, Francesco Tavoletti, Tonino Tofani, Silviano Meletti, Giuseppe Feriozzi, Giuseppe Tomassini, Enzo Tassi, Angelo Martini, Alberto Silvestri, Fulvio Ferretti, Ernesto Musati, Ugo Crescenzi, Giuseppe Cesari, Gino Castelli e Benito Mari, primo presidente.

“La rabbia perchè la produzione manifatturiera che dal 2000 al 2013 in Italia segna il meno 25%, perchè il PIL ha toccato il nuovo minimo storico, perchè il reddito pro-capite è al livello del 96, dei consumi del 98, degli investimenti del 94 e dell’intera produzione industriale a livello dell’86. Ma anche la rabbia di quell’imprenditore che, dopo un periodo di crisi, si sta riprendendo e sta entrando su mercati esteri e ha necessità di dotarsi di personale con specifiche competenze e attitudini che devono essere testate per un periodo adeguato alla complessità del lavoro che non è quello previsto per il periodo di prova nel contratto collettivo di settore” prosegue il presidente Bucciarelli.

Sono intervenuti anche Luca Paolazzi, direttore del Centro Studi di Confindustria che ha illustrato una situazione dell’economia italiana molto incerta con “una crescita del PIL prevista solo all 1%, altri territori corrono, soprattutto i Paesi emergenti mentre gli Stati Uniti stanno ripartendo. L’Italia corre davvero sul filo del rasoio”.

Il sociologo Aldo Bonomi aggiunge che è “necessario consolidare i germogli acerbi. Il mondo delle PMI, vitale per la nostra economia deve ripartire, perchè è il vero tessuto”

Il Vescovo di Ascoli, Giovanni D’Ercole analizza la situazione sottolineando che “non si deve tornare al passato, la speranza significa un futuro positivo. Il problema non si risolve solo cone le teorie economiche. Noi viviamo anche in una crisi culturale. L’economia è strumento per essere felici.”

Il governatore delle Marche Gian Mario Spacca esamina i “dati preoccupanti sull’inclusività sociale, dove registriamo un ritardo pesantissimo rispetto alle attese. Il lavoro è elemento fondamentale per far ripartire la nostra manifattura, seconda in Italia. Recuperare la centralità dell’impresa, produrre lavoro e nuova occupazione. E’ importante, inoltre, tutelare l’ambiente e incentivare lo sviluppo di imprese altamente tecnologiche”.

 


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