“Ho apprezzato molto, pur non condividendo il merito, la chiarezza con cui il presidente Spacca ha fatto luce circa il futuro dell’associazione “Marche 2020” realizzata da questi e dal presidente del consiglio Vittoriano Solazzi. In tanti e da molto tempo, avevamo avuto il sospetto che questa associazione corrispondesse ad un progetto politico che dovesse spiccare il volo in vista delle elezioni regionali del 2015. Non c’é nulla di male in tutto ciò: costruire un progetto politico alternativo al PD è senz’altro legittimo. Ma questo mi spinge a fare alcune valutazioni, ed a formulare a me stesso ed ad altri, alcune domande circa la evoluzione del quadro politico delle Marche in vista delle prossime elezione regionali.

Che la maggioranza politica che ha dato vita a questa legislatura, meglio conosciuta come “modello marche,” sia da tempo superata è cosa nota e forse non ha nemmeno corrisposto alle aspettative di chi l’aveva ideata e messa in atto. Perché come molti di noi hanno sostenuto nel corso di questi anni, all’azione del governo regionale sono mancati i valori di riferimento riformisti di una sinistra moderna capace di saper interpretare i grandi cambiamenti che permeano oramai da tempo la società marchigiana, ulteriormente acuiti dalla grave crisi economica in atto.

E quindi il vero titolo da dare al confronto politico attuale, non può essere “Marche 2020”ma molto più concretamente “Marche 2015”, cioè, come e con quale cambio di passo si chiude questa legislatura su temi fondamentali come il lavoro, lo sviluppo, la sanità, le infrastrutture materiali ed immateriali, nuovo assetto territoriale a seguito del superamento delle provincie. La capacità del PD e dell’intero centrosinistra di continuare a governare le Marche si misurerà dalle risposte a questi problemi ed in quali tempi, visto che quest’ultimi come il presidente del consiglio Renzi ci insegna, non sono più una variabile indipendente.

Su tutto questo a me pare decisivo il ruolo che vorrà avere il PD, come e se lavorerà per costruire un’agenda di fine legislatura e quali saranno le proposte di cambiamento che vorrà avanzare. L’alternativa a questo é ciò che sta accadendo in questo momento, dove tutto sembra ridursi ad una lettura politicista interna, per cui si esorcizza perfino la chiarezza con cui il presidente Spacca annuncia che l’associazione “marche 2020” é un progetto politico per il prossimo futuro.

E né mi convince il segretario Comi che scartando la possibilità del ricorso alle primarie, costruisce un immagine di un partito ripiegato solo su se stesso. É del tutto evidente che se le primarie vengono costruite con chiusura ed usate solo per fini interni la conclusione non potrà essere che quella di Urbino, ed io sommessamente aggiungo anche quella di Tolentino, Jesi, Porto Potenza Picena. Se invece verranno fatte con largo anticipo e vissute come strumento di partecipazione effettiva alla costruzione di un progetto politico nuovo, allora assomiglieranno a quelle di Pesaro e di altre svolte in decine di comuni delle Marche, dove il PD conferma ed espande la sua forza di governo.

Quindi per il PD il problema è tutto qui: o ha il coraggio di sfidare “marche 2020″ sul piano della costruzione di un progetto politico alternativo, indicando su quali priorità concludere una deludente legislatura ed indicando con chiarezza il percorso e la data delle primarie, oppure il rischio sarà quello di un PD che reciterà un ruolo subalterno e scivolerà lentamente verso una possibile sconfitta elettorale.

Al contrario un PD aperto al contributo di tutti, non arroccato ai codicilli regolamentari, capace di innovarsi nel merito e nel metodo, sarà capace di vincere senza timore di un confronto, anche se questo si chiama terzo mandato mascherato da una associazione.”


Copyright © 2024 Riviera Oggi, riproduzione riservata.