ASCOLI PICENO – Riportiamo e pubblichiamo un comunicato, giunto in redazione, del presidente della Provincia Piero Celani inerente alle elezioni provinciali:

“Non più i cittadini ma i politici che votano per i politici. E’ questo uno degli effetti perversi della legge Del Rio, la cosiddetta svuota Province che ha tolto i poteri alle Province e abolita l’elezione diretta in attesa della riforma istituzionale, la revisione del Titolo V della Costituzione, già nell’agenda del Governo Renzi. Questo lo scenario che attende nei prossimi mesi Paolo D’Erasmo. Una gestione minimale in attesa del de profundis che il suo stesso segretario politico si appresta a celebrare.

Ma tant’è così, in attesa di porre la parola fine alle Province e alla loro storia (le Province odierne trovano fondamento legislativo nella normativa in essere nel Regno di Sardegna), ecco che il Pd torna a palazzo San Filippo dopo l’ormai lontana gestione Colonnella. E lo fa ventilando sciagure sui cittadini e le imprese che potrebbero aspettarsi un ulteriore carica fiscale se il vituperato bilancio non fosse all’altezza e poi l’Area Vasta, Relluce, le strade.

Ma, non rientrando Ascoli tra le Province metropolitane, le sue funzioni si riducono a ben poca cosa. Le competenze provinciali vengono infatti trasferite alle Regioni e ai Comuni tranne per le competenze di edilizia scolastica, della pianificazione dei trasporti e della tutela dell’ambiente come semplici compiti di pianificazione; fin quando la riforma del Titolo V non spazzerà via anche queste funzioni.

Queste sono le funzioni a cui dovrà applicarsi D’Erasmo, sentito, ovviamente, il suo partito-elettore.

Un partito, il Pd, in piena crisi d’identità. A livello regionale alle prese con il movimento di Spacca e alla sua voglia di terzo mandato, a livello provinciale spaccato com’è tra le due anime: Agostini da un lato e Canzian dall’altro. A livello locale, beh! E’ troppo facile citare il caso, singolare, di San Benedetto.

Appare quindi strano che si continui a rivolgersi ai cittadini, privati del loro diritto al voto e ridotti a semplice spettatori delle decisioni prese in segreteria.

Saremmo spettatori, dunque, ma continueremo a vigilare perché quanto di buono abbiamo fatto in questi cinque anni non vada perso”.


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