ASCOLI PICENO – La celebrazione della Giornata delle Forze Armate ha assunto quest’anno un significato particolare in occasione dell’anniversario dei 100 anni dall’inizio della Prima Guerra mondiale, con due momenti particolarmente toccanti e privi di retorica che hanno visto protagoniste attive del cerimoniale del ricordo alcune scolaresche.
A P.zza Roma si sono ritrovate le autorità civili, militari e religiose del territorio, tra cui il Prefetto di Ascoli dott.sa Graziella Patrizi, il nuovo Presidente della Provincia Paolo D’Erasmo, il Sindaco Guido Castelli e il Vescovo Mons. Giovanni D’Ercole, davanti al monumento ai caduti dove era schierato il picchetto d’onore composto da tutte le componenti delle forze armate e delle forze dell’ordine compresa la Polizia Provinciale rappresentata dal Comandante Anna Maria Lelii e i gonfaloni di Provincia e Comune.
Erano anche presenti numerosi studenti di ogni ordine e grado accompagnati dai loro insegnanti e le associazioni combattentistiche e d’arma, tra cui il gruppo Alpini di Ascoli che celebrava i suoi 90 anni di fondazione. Prima della deposizione della corona, si è svolto il rito dell’alzabandiera e la lettura della preghiera per la patria da parte del cappellano militare del Reggimento Piceno. Quindi è stato letto il messaggio del Presidente della Repubblica alle Forze Armate e ha preso la parola il Prefetto che ha sottolineato “i principi fondamentali della Costituzione e l’omaggio a quanti sono caduti nel corso della Grande Guerra” ricordando anche i soldati caduti nelle missioni internazionali e gli avieri tragicamente scomparsi nell’incidente ai Tornado dello scorso agosto sui cieli di Ascoli.
Successivamente le autorità e le scolaresche con un breve corteo si sono trasferite a P.zza Arringo davanti al municipio, dove i ragazzi hanno letto con commozione i nomi dei caduti del nostro territorio durante la prima guerra mondiale accompagnati dalla corale degli alpini “La Piccozza”. Per nulla formale il saluto delle autorità, in particolare il Presidente della Provincia Paolo D’Erasmo ha evidenziato nel suo intervento come “è doveroso onorare e ricordare i nostri caduti in guerra, simbolo dell’estremo sacrificio che altri italiani hanno compiuto per la nostra Nazione. Il ricordo – ha proseguito D’Erasmo – è un profondo atto di consapevolezza che sottolinea la responsabilità che la nostra generazione e quelle successive hanno: quella, cioè, di mantenere la pace e la libertà. I nostri caduti in guerra sono la testimonianza dell’amore che gli italiani hanno avuto per la nostra Patria, che li ha portati a lottare per l’indipendenza della nostra Nazione. Oggi con lo stesso spirito di sacrificio possiamo, uniti, superate il difficile momento che l’Italia sta attraversando“.
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